Donald J. Trump definisce “favoloso” il governo italiano, appoggia la chiusura dei porti annunciata da Matteo Salvini e schiera gli Stati Uniti dalla parte degli Italiani. Macron e la Merkel sono sempre più isolati. In Germania la ribellione della destra bavarese della Csu ha assunto toni ultimativi. Il ministro degli interni Horst Seehofer rivendica piena autonomia nella politica dei respingimenti ed espulsione dei migranti. La Merkel cerca di prendere tempo, di rinviare nella speranza che passi la nottata. Ma la Csu, che è anche il partito del ministro degli interni, non dà tregua. I nazionalisti della Afd minacciano la sua egemonia nella regione, una maggioranza assoluta che dura da decenni. Macron è di nuovo alle prese con i nazionalisti della Le Pen. S’era illuso di averli schiantati con la sua elezione. Invece sì è imbattuto in un nuovo vigore del movimentismo populista. Le ingiurie contro il governo italiano erano espressione di una isteria di tutto lo schieramento moderato francese contro la svolta populista dell’Italia, che sta rinvigorendo le fila dei nazionalisti. Macron e la Merkel poi devono prendere atto che dal Belgio alla Slovenia, all’Austria, all’Italia, al gruppo dei Paesi di Visegrad lo schieramento nazionalista sta dilagando. La scelta di Trump di schierarsi con l’Italia rafforza enormemente il governo di Roma. Tedeschi e francesi sono sempre più isolati. La Russia li ritiene avversari irrecuperabili finché al governo ci saranno la Merkel e Macron. Gli americani vogliono ridurre in briciole la forza della Merkel che un anno fa si atteggiava a nemico frontale della presidenza Trump. I corteggiamenti di Macron verso gli Stati Uniti sono stati un fallimento. Trump è irritato per la doppiezza del presidente francese e per la sua inaffidabilità. A leggere i giornali italiani il governo dovrebbe schierarsi dalla parte di Macron e della Merkel, due ingombranti relitti politici. Due leader in disarmo, che ogni settimana assistono a qualche alleato che si dilegua, perché Berlino e Parigi contano sempre di meno nello scenario mondiale. L’unico che non se ne è accorto è il premier italiano Giuseppe Conte. Lui tutto azzimato e con l’abituccio sartoriale si è precipitato a Parigi da un Macron che ci aveva ingiuriato. È bastata una telefonata notturna a Conte per cancellare un’aggressione immotivata e indecente. Fra qualche giorno andrà a Berlino a omaggiare quel che rimane della potentissima, un tempo, Merkel. E poi basta. Rinchiudetelo a Palazzo Chigi e fategli un aggiornamento di geopolitica e strategia delle alleanze.