“Per ridurre in maniera significativa la pressione tributaria, la strada migliore è quella di adottare un’aliquota unica, che non disincentivi a lavorare e guadagnare di più, e che elimini la complessità delle normative vigenti in tema di fiscalità”: questa è la missione della flat tax indicata dagli studiosi dell’Istituto Bruno Leoni, pensatoio liberale con sedi a Milano e Torino
Le virtù della flat tax si declinano con un sistema di tassazione nel quale a ogni contribuente, che si tratti di una persona fisica o di un’azienda, “viene applicata una sola aliquota d’imposta, indipendentemente dal loro livello di reddito e dalla fonte di quest’ultimo. Si tratta – è spiegato in uno studio dell’IBL – dell’opposto di un sistema di aliquote progressive, nel quale i contribuenti sono soggetti ad aliquote crescenti mano a mano che il loro reddito imponibile cresce”.
Per introdurre la flat tax sarebbero utili due diversi moduli di dichiarazione: uno per il reddito d’impresa e l’altro per i redditi derivanti da stipendi e salari, nell’ambito di un solo sistema integrato. Secondo gli studiosi liberali torinesi “la flat tax ha lo scopo di aumentare la libertà individuale permettendo a ciascun individuo di conservare una quantità maggiore di quel che guadagna, spingendo sull’incentivo individuale rappresentato dalle aliquote fiscali”.
Per Alvin Rabushka, padre mondiale della flat tax, consigliere economico di Reagan, professore dell’università di Stanford, questo sistema è “efficiente, sia nel più ampio senso economico di favorire la crescita, sia nel senso più limitato di un’efficiente amministrazione della esazione delle tasse”; “equo”; e “semplice”. “Un sistema di aliquote progressive – conclude Rabushka – è difficile da capire e costoso da applicare, violando così il criterio della semplicità. Nessun individuo può sapere quanto debba pagare un altro contribuente; di conseguenza, il sistema dà l’impressione di favorire alcune persone o gruppi rispetto ad altri e viene ritenuto iniquo. La flat tax risolve questo problema, in quanto a ciascuno si applica esattamente la medesima aliquota d’imposta marginale oltre il livello stabilito di indennità personale”.