“L’approvazione del testo di legge sul testamento biologico è un altro strappo ai valori antropologici che si fondano sul bene prezioso ed insostituibile della vita, aprendo la strada all’autodeterminazione per la morte”. Così Massimo Gandolfini, leader del Family day, nonché neurochirurgo esperto nelle condizioni di disturbo prolungato di coscienza.
“Il provvedimento ha infatti scontato molteplici strumentalizzazioni, che hanno falsato il dibattito di questi mesi. Accadrà così che in un Pronto Soccorso – prosegue Gandolfini -, in presenza di un ictus cerebrale o di un arresto cardiaco per infarto, il medico sarà obbligato non già a tentare di salvarlo e restituirgli la salute, bensi – in primis – a conoscere se e dove il paziente ha scritto e depositato le sue DAT … poi, semmai, a prendersi cura di lui”. Le conseguenze negative del provvedimento non si fermano a queste. “Non avrà miglior sorte un neonato prematuro, per il quale chi gestirà la potestà genitoriale avrà la possibilità di pretendere che non venga alimentato per via artificiale, in previsione di possibili disabilità. E se il medico fosse contrario, si ricorrerà al giudice”, aggiunge Gandolfini.
“Le disposizioni anticipate di trattamento (Dat) prendono così il sopravvento sulle decisioni di chi ha dedicato anni e anni di studi e di sacrifici per tutelare la salute e salvare, nei limiti del possibile, vite umane. Di questo i nostri concittadini devono essere ben consapevoli”, afferma ancora il leader del Family Day.
“Con questa legge viene rotta l’alleanza di cura medico/paziente su cui la medicina si basa da migliaia di anni. Ma la sinistra aveva fretta di portare a casa una bandiera da sventolare in campagna elettorale. Ce ne ricorderemo”, conclude il presidente del Family day.
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