Si può essere nati a migliaia di chilometri dalla propria terra di origine eppure, se la porti nel sangue e soprattutto nel cuore, quella terra diverrà parte di te, il tuo punto di riferimento, la tua forza. Sembra proprio che sia andata così a Rocco Francis Marchegiano, meglio conosciuto come Rocky Marciano, il pugile nato nel 1923 in America da una famiglia abruzzese emigrata nel Massachusetts e reso dagli dei della boxe granitico come le rocce del “suo” Gran Sasso.
In un’epoca in cui non esistevano i pesi massimi leggeri, gli 85 chili di peso-forma costringevano Marciano a competere con i giganti dei pesi massimi, a discapito della sua statura (un metro e ottanta di altezza) e di un allungo (173 centimetri) mediocre per la categoria. Nonostante questo svantaggio il “blockbuster di Brockton” è stato, l’unico peso massimo imbattuto in tutta la sua carriera da professionista ( 49 vittorie su 49 incontri ) in virtù delle sue doti di grande incassatore, che gli consentivano di subire senza grandi conseguenze numerosi colpi prima di atterrare gli avversari col suo devastante destro. Poca tecnica ma tanta grinta e fame di vittorie permisero al coriaceo italoamericano di buttare al tappeto fra i tanti Roland La Starza, Jersey Joe Walcott, Archie Moore e soprattutto il grande Joe Lewis.
Imbattibile sul ring, sarà messo al tappeto soltanto dalla “nera signora,” che alla vigilia dei suoi quarantasei anni gli sferrò il colpo dell’unico e fatale ko, abbattendolo mentre era in volo nei cieli dell’Iowa sul suo aereo privato.