17 giugno 1944. Il paese molisano di Castelnuovo al Volturno è distrutto dagli americani per girare un film.
Balle da Combat Film in quel giugno 1944 nel paesino arroccato sul monte Marrone.
Proprio nel momento in cui gli abitanti pensavano che per loro la guerra fosse finita dopo i duri combattimenti che avevano visto la valle del Sangro terreno di scontro sulla Linea Gustav, dai primi giorni di aprile il fronte si era spostato più a nord.
Gli sfollati erano rientrati nelle loro case e nonostante la fine del conflitto fosse ancora lontana, in quel pezzetto di Italia si illudevano di esserne fuori.
Invece no. Ai primi di giugno alcuni ufficiali Alleati si presentarono all’autorità provvisoria del paese e intimarono l’evacuazione di Castelnuovo con il pretesto di dover provvedere ad una disinfestazione, operazione che avrebbe richiesto una decina di giorni.
Alla “comunicazione” seguì la forzata salita sui camion militari da parte di tutti gli abitanti e la deportazione in un paese poco lontano. Dopodiché tra finti soldati tedeschi e veri reparti statunitensi armati di tutto punto, la zona precipitò in pieno teatro di guerra.
In quel 17 giugno i cannoni iniziarono a sparare e sotto gli occhi (e le cineprese) degli operatori cinematografici distrussero interamente il paese e le povere cose che quelle case contenevano, per la gioia credulona degli spettatori cinematografici USA.
Nel dopoguerra gli abitanti di Castelnuovo al Volturno hanno ostinatamente ricostruito le loro case, le cronache ci narrano che il parroco locale per ottenere qualche contributo per la ricostruzione della chiesa dovette anche dire una bugia: che l’avevano distrutta i tedeschi. (da Effemeridi del Giorno di Amerino Griffini)