C’è un’anomalia in quest’Europeo di Francia. C’è una squadra orfana che non sa vincere eppure sta in semifinale. Brutto, bruttissimo e vincente sì, ma solo dopo il 90esimo. Il Portogallo “senza” Cristiano Ronaldo supera ai rigori la Polonia di Lewandowski (che torna al gol in nazionale mettendo fine a un digiuno lungo quanto una glaciazione) dopo averla spuntata ai supplementari contro la Croazia di Perisic e compagnia scalciante.
Il grande e atteso paladino lusitano è rimasto inoperoso, in perfetta continuità con il mondiale brasiliano. Quando indossa la maglia portoghese, CR7 inanella figure da disertore che solo la bontà degli osservatori – che ne hanno cantato le gesta con la casacca del Real – non calca pesantemente. Il simbolo degli Europei di Ronaldo è il liscio clamoroso nell’area polacca a pochissimi minuti dalla fine. Il Portogallo avrebbe potuto vincere la sua prima partita e chiudere subito la pratica e invece il campione si fa bidone e cicca la palla.
Riesce nell’impresa, CR7 di cedere lo scettro di idolo della folla portugueisa a Ricardo Quaresma, il trivellatore ritrovato che a Milano, sponda Inter, s’era perso nelle nebbie meneghine. E persino a Renato Sanches, scapigliato diciottenne su cui il Bayern Monaco ha già scommesso 35 milioni di euro. Che non sono mica noccioline e al portiere Rui Patricio che ha chiuso la porta nel momento del bisogno.
Di Cristiano Ronaldo, per ora, nessuna traccia.