Ci tocca la Spagna. Una prestazione importante da parte della Croazia (priva della stella Modric) costringe le Furie Rosse all’accesso dalla porta di servizio al tabellone della fase finale degli Europei. E dietro quella port ci sono gli azzurri di Antonio Conte.
La squadra di Del Bosque ha preso la sonora punizione di chi palloneggia con eccessiva supponenza. Segnare subito, pronti via, con il lungagnone di Morata. Ringraziare la madonna del Pilar per il palo clamoroso del pallonetto di Rakitic sull’obbobbrio difensivo spagnolo. E poi trovarsi a raccogliere la palla in fondo al sacco, finitaci grazie a un tacco di Kalinic che finalizza al meglio l’assist di Perisic mentre Sergio Ramos si fa un pisolino.
Il secondo tempo per la Spagna si mette meglio in termini di spazio e azione ma sono sempre i croati a far male. La partita, che procede senza soverchi scossoni, si trascina fino a che Placja toccato in area si vede far spallucce dall’arbitro Kujpers. Che però, un paio di clessidre dopo, ne fischia uno a dir poco dubbio su (presuntissimo) fallo di Vrsaliko (che viene pure ammonito) sul furetto David Silva. Sul dischetto si presenta Ramos a cui la Moira presenta il conto vestendo i guanti del portiere Subasic che praticamente lo annichilisce rilanciando il morale della sua squadra. Finisce che poi, nonostante uno stanco forzare l’area croata, è Ivan Perisic a sfondare le linee avversarie in un contropiede che termina con la rasoiata che trafigge De Gea.
Adesso succede che gli azzurri hanno l’occasione di togliersi gli schiaffi dal volto, quei quattro sonori ceffoni buscati alla fine di Euro 2012. Solo che, l’Italia è quella di Conte e la Spagna non è più la stessa ma affronta un ricambio generazionale che non pare all’altezza della storia recente della Roja. La sfida è lanciata.
@barbadilloit