Giorgia Meloni non benedice Virginia Raggi in pole come neosindaco di Roma e pensa al futuro del centrodestra italiano. A partire dal suo movimento, che è cresciuto a Roma ma ha annaspato nelle altre metropoli. In una intervista a Il Tempo la Meloni, commentando il risultato elettorale della Capitale (Fratelli d’Italia ha preso il 12%, più il 4% della sua civica, insieme oltre il 16%), sostiene che “praticamente a Roma valiamo come il Pd” e riconosce che c’è “enorme potenziale inespresso”.
Da qui l’annuncio di una svolta, un cambio di rotta per la sua formazione politica: “È chiaro – puntualizza – che il partito dovrà evolversi, bisognerà raccogliere a partire da Roma l’enorme potenziale di un movimento ancora inespresso. Certo, in alcune zone non siamo andati bene, in altre meglio. Dobbiamo ripartire dal territorio. Dovremo darci degli appuntamenti, ci sto riflettendo. L’obiettivo è avviare un’evoluzione di FdI per ricostruire il centrodestra con una proposta politica importante in vista delle politiche“.
Il rebus
Ci sarà una accelerazione sul fronte populista europeo o un ritorno nell’alveo del governismo tradizionale del centrodestra post-1994?
I tempi per il restyling del partito
La tempistica sarà determinata dalla tenuta del governo. In caso di caduta dell’esecutivo bisognerà accelerare i tempi per ridisegnare il perimetro di una proposta politica che ha numeri vicini al 40% solo con il “tecnico” Stefano Parisi: “Renzi lo vedo molto male. I dati del primo turno nelle grandi città dimostrano che oggi al referendum costituzionale vincerebbero i no perché gli italiani Renzi non lo vogliono, non vogliono uno che non hanno votato. Il premier butta la palla sempre in avanti, parla del referendum perché sa che i ballottaggi andranno male, tant’è che è sparito perché lui ci mette la faccia solo quando vince. Per questo mi sono candidata, per mandarlo a casa. Se il Pd non fosse andato al ballottaggio a Roma Renzi se la passerebbe anche peggio. Invece è stato salvato da chi non mi ha appoggiato, quindi gli italiani sapranno con chi prendersela in futuro: con le stesse persone che hanno votato provvedimenti indigeribili nel recente passato”, conclude la Meloni.