Non si guarda una foto della Bardot se non per innamorarsi. Perché l’amore non è un canone oggettivo, ma l’esigenza irrazionale di soffermarsi sui dettagli. Anzi, è spesso un piccolo difetto a fare della bellezza qualcosa di irraggiungibile, di romantico, di idealizzato. Nel caso della Bardot potrebbero essere quegli incisivi forse troppo grandi, la fossetta sul mento o i segni sul volto a vent’anni di una vita già vera. In fondo, guardare una foto della Bardot equivale a ricordare una frase di Gottfried Benn: “Lo stile è superiore alla verità, porta in sé la dimostrazione dell’esistenza”. Ecco il punto, BB è il simbolo di un’epoca ancora estetica, nella quale non era sufficiente la bellezza, né contava la perfezione: occorreva uno stile, al di là dei difetti, in grado di essere percepito senza ragione, senza posizione, per chimica e intuizione. BB era superiore alla sua verità, alla verità del suo tempo, al ’68, alla dissoluzione, all’egotismo sfrenato. BB aveva stile. Una cosa che si è persa negli anni, nei suoi anni passati, mentre la dissoluzione diventava grigia rendita parassitaria.
Succede così che a guardare la Francia, la Bardot rappresenti oggi una sorta di anti-Bruni: l’opposto di quel canone oggettivo perfetto, immutabile e statico che la Premier Dame incarna nella monarchia liquida di Nicolas Sarkozy. Statica, come la statua, appunto, che un sindaco dell’Ile de France con tessera UMP ha commissionato a immagine e somiglianza di regina Carlà. Cattivo gusto? No, segno di un’epoca che ha perso l’idea stessa di stile, di esistenza, per afflosciarsi sulla più noiosa ed assodata verità. Floscia verità di denaro, di un universo maschile ormai incapace di nulla senza l’aiuto dopato della pillolina blu. Il maschio-viagra non sogna, non ama, non vuole: compra la verità che gli è concessa a seconda del suo ceto farmacologico e finanziario.
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Per questo ci rincuora la notizia di una BB in forma, combattiva come non mai, a sostegno della candidatura di un’altra donna che sogna, che ama e che vuole come prossimo presidente della Repubblica Marine Le Pen. Ci rincuora e ci diverte, questa lettera della Bardot che chiede ai sindaci-maschi-viagra francesi di “avere coraggio”, di tirare fuori le palle, di metterci la faccia ed aiutare la candidata del Fronte a raggiungere le 500 firme istituzionali necessarie per presentarsi alle presidenziali. Ci diverte la follia della Bardot, vecchia carampana con più mariti che soldi, da tutti i media descritta come pazza animalista e misantropa, inconsapevole buona stella di stile ed esistenza.