Affiorato come regista di successo con Ferie d’agosto (1996), Paolo Virzì firma ora il seguito, Un altro Ferragosto. E’ il suo migliore film: l’amarezza rende lucidi.
Infatti qui si prospetta, quasi con fatalismo, che alla “peggior” destra spetti il futuro sfuggito alla “miglior” sinistra.
La scorsa estate a Ventotene si confrontano una famiglia di destra, ora di osservanza melonina, che orbita attorno a una coppia di vitali, quanto infelici trentenni; e una famiglia diessina, centrata su un pensionato dell’Unità giunto alla fine dei giorni.
In Ferie d’agosto invece erano berluscones e pidiessini a dare il tono alla vicenda, ma entrambi gli schieramenti erano coetanei…
Di un film stra-parlato come Un altro Ferragosto, merito della riuscita è soprattutto degli sceneggiatori. Paolo Virzì, il fratello Carlo e Francesco Bruni hanno prodotto dialoghi brillanti a raffica, come facevano tra anni ’50 e ’70 Age & Scarpelli. A raffica, però, sono anche i finali. Uno bastava.
In uno di quelli di troppo, uno spettatore monarchico noterebbe che, nel resuscitare il giornalista comunista come un partigiano dell’agosto 1943, si fa apologia dell’insurrezione contro i poteri dello Stato, non elogio della Resistenza al “nemico” occupante. Ma nessuno è perfetto, così Virzì & C. hanno voluto concedere allo spettatore dell’Anpi di consolarsi, sognando.
*Un altro Ferragosto di Paolo Virzì, con Anna Ferraioli Ravel, Vinicio Marchionni, Silvio Orlando, Christian De Sica, Sabrina Ferilli, Elsa Morante. 115′
Riconosciamo a Virzì il pregio della sincerità. Ci furono militari del Regio Esercito e partigiani che si batterono per cacciare dall’Italia i tedeschi, e altri che sognarono soprattutto, per non dire soltanto, una guerra civile al termine della quale la nostra nazione avrebbe fatto la fine dell’Ungheria o della Germania Est.
‘Cacciare dall’Italia i tedeschi’ è una boutade per il mondo dei voltagabbana… Comunque sarebbe ipoteticamente andata nel ’45. I tedeschi in Italia (ricordiamoci sempre che l’entrata in guerra fu decisa da noi e solo da noi nel 1940, in un’ottica da avvoltoio…) erano scesi controvoglia per cercare di fermare gli Alleati. Ancora il Governo Badoglio nell’agosto 1943 inviava vagoni carichi di lingotti d’oro in Germania… Poi la buona fede individuale, da una parte e dall’altra, è un altra storia, soprattutto se la leggiamo oggi, alla luce dell’ Arsenale della democrazia…