Questa è la storia di un piffero e di decine di gol segnati sui campetti ostici della provincia; la storia del sogno e del sudore, della voglia di credere in se stessi e nella possibilità di realizzarsi senza aver paura di allontanarsi dagli affetti e da casa per seguire ostinatamente la strada delle opportunità. Questa è la storia di Federico Piovaccari, attaccante lombardo emigrato quest’estate a cercare fortuna in Romania, nello Steaua Bucarest.
Fortuna che il pifferaio di Gallarate (il soprannome è dovuto alla sua esultanza: mima di suonare un piffero con le mani, un giochetto nato con uno dei suoi due figli) si è meritato con stagioni sempre sul pezzo nella serie cadetta italiana, condite dall’exploit nel campionato 2010/11 al Cittadella, che lo vide laurearsi capocannoniere con 23 gol in 38 partite. Prima di allora l’Inter, ex proprietaria del suo cartellino, l’aveva mandato più volte a farsi le ossa in prestito per i campi di serie C e B, dalla Sicilia al Friuli, non ritenendolo mai pronto a calcare quelli della massima serie. Un destino, questo, che l’ha colpito anche dopo la sua miglior stagione in Veneto: alle sirene della serie A preferì la retrocessa di prestigio Sampdoria.
Nell’anno del riscatto della Samp non riuscì a rendersi protagonista e fu quindi costretto ad accettare nuovi prestiti al Brescia, al Novara ed al Grosseto, tre squadre in 18 mesi. La mezza stagione in Maremma, giocata quasi ai suoi massimi livelli, gli ha permesso di farsi notare però perfino in Romania, dal glorioso Steaua, vincitore di tanti campionati ed anche della Coppa dei Campioni del 1986. E’ storia di questo giugno il suo passaggio ai rossoblu di Bucarest, per l’ennesimo prestito della sua carriera.
Questa volta però ha cambiato anche Paese e, soprattutto, ambizioni: non giocherà più per la salvezza in serie B, ma per vincere un campionato e ben figurare nella massima competizione europea, quella Champions’ League che nelle ultime settimane si è conquistato anche lui con tre gol nei preliminari, due dei quali nell’ultimo turno contro i polacchi del Legia Varsavia. Nel girone avrà la possibilità di incontrare uno dei top club europei, oltre magari ad una tra Juventus e Milan. E chissà se a Barcellona o Monaco, o magari a Madrid, suonando il piffero metterà in riga i topolini Pique, Lahm, Sergio Ramos, segnando uno di quei gol che solo chi lotta e crede può riuscire a fare. Perchè se è vero che dall’Italia alla Romania il passo è lungo, la realtà è che quello dalla B all’Europa che conta è ancora più grande. E quando prima del piffero risuonerà per tutto lo stadio la musichetta della Champions’, Piovaccari sarà pronto ad inseguire il pallone, da Gallarate con sudore.
@barbadilloit