Netflix, la piattaforma di streaming più famosa al mondo, non smette mai di stupire: ci continua a meravigliare con Sex Education (2019), improntata sul tema dell’educazione sessuale nel mondo liceale inglese.
La trama
Il protagonista è uno studente insicuro di nome Otis (Asa Butterfield) che grazie alla conoscenze di mamma terapista sessuale (Gillian Anderson), si improvvisa sessuologo per i compagni dell’istituto Moordale. Dopo aver disperso parecchi consigli apparentemente preziosi la scuola sembra diventare un posto più sicuro e per “tutti”. Attorno al protagonista ruotano tanti personaggi fondamentali che hanno delle storie a sè rilevanti da non sottovalutare. Non si parla solo di educazione sessuale; i temi spaziano dalle prime avventure adolescenziali, dal rapporto genitori figli, dal body positive all’uguaglianza di genere. Temi nuovi per le vecchie generazioni ma assai essenziali per i cosiddetti millennial, i ragazzi nati tra il 1995 e il 2010.
Per sponsorizzare l’uscita della nuova stagione, Netflix Italia ha deciso di utilizzare manifesti molto espliciti di frutta e verdura paragonandole a forme falliche e vaginali. Forme che rappresentano la diversità di tutti noi perchè “se le vediamo in forme diverse è perché non ce n’è una sola”.
Le critiche
L’associazione Pro Vita, onlus che opera in favore dei bambini e dei genitori, ha aspramente criticato la trovata pubblicitaria definendola di cattivo gusto e oltre la decenza. Secondo essa e molti politici l’educazione sessuale dovrebbe essere in capo alla famiglia e non dell’intrattenimento giovanile che potrebbe causare danni e confusione.
La cosa che sfugge però che l’intento di Sex Education è proprio quello di educare i giovani nel miglior modo possibile e consapevolezza, dal momento che parlare di sesso con i “più grandi” non è facile ed è ancora un argomento che si presta a risolini imbarazzati. Lasciare tutto al caso o al mondo d’internet può avere effetti deleteri come sottolineare ancora di più la diversità e farsi del male psicologicamente, aspirando a canoni fittizi, come quelli del mondo pornografico.
Bisogna aggiungere anche che è errato concentrarsi solo sul tema del sesso dal momento che la serie tratta di diversi argomenti d’importanza notevole. Si può dedurre facilmente di quanto il sistema scolastico, estero o non, possa inferire positivamente o non nella vita di tutti i giorni di un adolescente. La scuola vissuta nel modo giusto può essere un luogo di esperienze di vita rilevanti e soprattutto un rifugio sicuro per molti. L’insegnamento dovrebbe avere come obiettivo la crescita degli studenti e porre le relazioni sociali a un gradino di rilievo. Abbiamo bisogno di una scuola che torni a dare centralità alla relazione, e invece la scuola di oggi, tra burocrazia e supplentite, sembrerebbe l’esatto contrario.
Sono d’accordo sul fatto che la scuola odierna sia sopraffatta da un eccesso di burocrazia (la “supplentite”, ahimè, c’era anche quarant’anni fa, per l’incapacità da parte del ministero di organizzare concorsi degni di questo nome). Credo però che l’educazione sessuale andrebbe lasciata alle famiglie, anche perché i ragazzi tendono a respingere tutto quello che viene imposto dai programmi scolastici, per cui i tassi di natalità, già bassi, rischierebbero di scendere a livelli algebrici. Quanto alle metafore ortofrutticole, le lascerei alle cene di nozze, meglio se inquadrate in una commedia all’italiana.
La miglior educazione sessuale si potrebbe semmai ricavare dalla lettura dei classici. Ricordo che per l’esame di maturità in terza liceo portammo l’Edipo Re di Sofocle e il grande Aldo Bruscaglione, già alle soglie della settantina, quando leggemmo il celebre verso in cui si leggeva che tutti hanno sognato di andare a letto con la madre e di uccidere il padre, ci parlò di Freud, ai suoi tempi soprannominato “il fognaiolo dell’anima”.
Me sembra preferibile guardare altre cose….
“La scuola vissuta nel modo giusto può essere un luogo di esperienze di vita rilevanti e soprattutto un rifugio sicuro per molti”. Per nulla d’accordo! La scuola deve trasmettere le conoscenze di un patrimonio culturale, in primo luogo. Rifugio, no! Luogo dove parcheggiare i figli, no! Self-Service, no! La scuola che non insegna la grammatichetta (le declinazioni latine sono come fossili di dinosauro, lo so) ma aspira a fare ‘Sex Education’ mi fa paura e mi causa repulsione…