I colonnelli ex An hanno deciso di riprovarci. Vogliono riunire la destra. A Roma dieci sigle dell’arcipelago postmissino si sono riunite in conclave per cercare un minimo comune denominatore. E lo hanno trovato nella distinzione da Matteo Salvini, che elettoralmente ha già ereditato i voti e i consensi e tanti quadri dirigenti destrorsi.
Alemanno, la Rauti, Urso, Storace e Nania hanno criticato Salvini e “il suo populismo che colma un vuoto che abbiamo lasciato”, mentre Gennaro Malgieri con un sentitissimo intervento ha sottolineato la necessità di avere un partito nel quale riconoscersi con coerenza e tradizioni.
Da qui nascerà la destra per la terza Repubblica? La domanda alcuni di questi esponenti la potrebbero formulare in famiglia e magari scoprirebbero che i propri figli sono (da tempo) militanti di Casapound o sostenitori della Lega nazionale di Salvini…
La destra come Itaca
Il progetto delineato da Isabella Rauti: “Per molti sarà un ritorno a Itaca – spiega – per altri rappresenta la volontà di costruire una casa comune”. Storace: “La nostalgia non è un insulto”. Qualcuno chiede autocritica, altri identità, infine c’è un documento per “una destra di governo, come ai tempi di Alleanza Nazionale” e “una destra forte nella sua identità e nei suoi valori, come ai tempi del Movimento Sociale”.
Finora la somma di tante fiammelle non ha fatto una “fiamma” degna di questo nome. In questo caso tanti hanno condiviso l’opportunità di sostenere Fratelli d’Italia, ma questo avvicinamento potrebbe avere come effetto, per l’eterogenesi dei fini, lo scalfire e invecchiare l’immagine e la leadership di Giorgia Meloni, che con fatica sta cercando di dare un orizzonte alla Generazione Atreju.
Il nodo Fondazione An
Risorse e sedi per la buona battaglia: le possiede la Fondazione An. Ma chi fa parte del cda non ha (ancora) le idee chiare. E dopo il millesimo convegno su Giorgio Almirante, patriota e politico di grande valore, non è mai troppo tardi ricordare che bisogna avere “nostalgia dell’avvenire”…