Matteo Salvini svela il suo programma in una lettera inviata al Foglio. Il segretario della Lega Nord propone il suo decalogo per rilanciare l’economia italiana, in dieci punti che vanno dal rapporto con l’Europa e la burocrazia fino alla revisione dell’attuale sistema fiscale. Messaggi inequivocabili a Silvio Berlusconi, dicono. E così è.
EUROPA LADRONA. Secondo Matteo Salvini sarebbe stata attuata dal Partito democratico una politica finalizzata solamente alla difesa dell’euro forte con la conseguente “distruzione della domanda interna dei consumi”. Scelte che, però, hanno portato a fallimenti a ripetizioni e all’impennata della disoccupazione. Quindi, abbandonare l’area euro per la Lega Nord è fondamentale, magari concordando l’addio con gli attuali partner europei. Fuori dalla moneta unica, l’Italia che ha in mente Matteo Salvini dovrà “recuperare la nostra democrazia riprendendo l’autonomia legislativa necessaria per poter attuare ogni azione a tutela del nostro lavoro e della nostra impresa”. In una parola, sovranità.
DAVIDE CONTRO GOLIA. Il secondo punto del programma economico della Lega di Salvini sarà quello della difesa delle piccole e medie imprese. Per far questo sarà fondamentale procedere a “una forte detassazione” e contestualmente a una “semplificazione normativa”. C’è un altro capo, decisivo: la protezione della produzione locale nei confronti dei fiumi di beni d’importazione “di scarsa qualità prodotti chissà dove”. Leggi Cina. Un avviso a chi, italiano, se n’è andato all’estero: vi faremo rientrare tutti, costruendo insieme un percorso condiviso. Un altro avviso a chi, straniero, punta ad entrare nel capitale degli istituti di credito popolare di recente interessate dai provvedimenti del governo Renzi: il rapporto banca-territorio non si tocca. E nemmeno il voto capitario (cioè per testa e non per quote di capitale).
FLAT TAX CONTRO I FURBETTI. Punto imprescindibile per la nuova politica fiscale secondo Salvini: aliquote fisse e basse per tutti “con una deduzione fissa su base familiare” finalizzate a trasformare la faccia del fisco, da “vampiro” ad “amico”. A fronte di una tassa chiara e “popolare”, Matteo Salvini promette battaglia agli evasori fiscali: “i controlli saranno semplificati e velocizzati consentendo una verifica a tappeto e di fatto debellando l’evasione e l’elusione, non più giustificata vista la ragionevolezza del tributo richiesto e il timore di sanzioni pesantissime”.
NAZIONALIZZAZIONI E TAGLI. Basta tagli verticali, promette Matteo Salvini, ma basta anche a regalie e investimenti a fondo perduto. Ciò che si spenderà sarà finalizzato a un obiettivo preciso. “Spendere per il gusto di farlo sarebbe una follia dato che la spesa italiana è largamente inefficiente”. Le Regioni inefficienti rischiano grosso: “Occorre sostituire il sussidio a quelle arretrate con spesa produttiva in modo da creare lavoro vero”. C’è la possibilità di nazionalizzare le imprese strategiche per gli interessi economici italiani: un’extrema ratio, dice Salvini che aggiunge: “La spesa necessaria alla riconversione delle imprese o, nel caso della produzione di beni abitualmente importati, alla copertura della realizzazione “sottocosto” di tali beni (se fosse conveniente produrre a prezzo pieno lo farebbero i privati) consentirà di rimettere in circolo denaro, contrastando al contempo lo squilibrio della bilancia commerciale perché si ridurrebbero le importazioni”.
LA FINE DELL’AUSTERITY. Politiche anticicliche per rimettere in moto l’economia. Se gira male, la ruota va “lanciata” in senso inverso a quello che sta percorrendo. Se c’è recessione, spiega Salvini, assecondare il clima con l’austerità è manovra “suicida”. Perciò la Lega promette la revisione dei trattati europei e l’introduzione, nella contabilità di Stato, della flessibilità di bilancio quando l’economia precipita in recessione. Perciò è stata già presentata una serie di emendamenti al pacchetto di riforme costituzionali oggi in discussione al Parlamento.
ROTTAMARE LA FORNERO. Non si rassegna, Salvini. Cassato il referendum, l’ira funesta del segretario leghista non s’è ancora spenta. Il primo “regalo” di Monti continua ad essere nel mirino: “un sistema previdenziale che diventa contributivo ma al contempo lascia i lavoratori privi di un lavoro e della pensione è assurdo, barbaro e deve essere abolito”.
YANKEE GO HOME. Aprire il mercato europeo agli Usa non è una scelta che incontra il plauso del segretario della Lega. In questi mesi le rappresentanze politiche e commerciali statunitensi e comunitarie hanno lavorato al Ttip che costituirebbe l’abolizione delle frontiere economiche tra le due sponde dell’Oceano Atlantico, tra Washington e Bruxelles. Per Salvini sarebbe una iattura: “ Spalancare ulteriormente l’Italia alla concorrenza estera mentre la nostra industria, la nostra agricoltura e il nostro allevamento sono in ginocchio significherebbe dare il colpo di grazia alla nostra economia”. Opposizione, quindi, a oltranza.
FRONTIERE E CONTROLLI. Non poteva mancare, ovviamente, il riferimento alle politiche di immigrazione che – da qualche anno – sono diventate tema centrale del dibattito politico italiano. Per la Lega la globalizzazione ha fallito il suo compito, facilitando soltanto gli affari delle multinazionali che avrebbero distrutto il mercato del lavoro interno. “Siamo convinti che il “frullato” di culture e sapori faccia comodo solo a pochi e che invece nella diversità, nelle tradizioni e nelle autonomie locali vi sia la vera ricchezza”, tuona Salvini che ricorda come, una volta ristabilite e tutelate autonomie e specificità territoriali, si potrà iniziare a risalire la china.
NO STIPENDIO? NO TASSE. Se non guadagni, non puoi pagar le tasse. E se lo Stato “s’inventa” gabelle, dazi e balzelli per la Lega di Salvini occorre superare l’impostazione attuale di alcuni dei tributi più invisi agli italiani, bolli, Irap, Imu, acconti Iva e conteggi imposti dai famigerati studi di settore. “Anche in questo caso occorrerà ribadire i principi costituzionali di tutela del risparmio e di tassazione legata alla capacità contributiva di ciascuno, intesa giocoforza come esistenza di reddito tassabile”.
L’ERRORE DI TSIPRAS. Salvini si dichiara, infine, deciso a superare il sistema dei trasferimenti fiscali. L’obiettivo leghista è quello di tornare allo status quo precedenti all’applicazione dell’euro. E da lì ripartire verso la crescita, dopo aver curato il tessuto industriale e produttivo del Nord Italia. “Noi proponiamo un sistema dove nessuno debba pagare per altri e dove ognuno possa essere competitivo con le proprie forze con sistemi di aggiustamento diversi dalla disoccupazione e dalla miseria”. Una bordata a Tsipras: “Mentre tutti sembrano stoltamente applaudire a Tsipras che pretende di mantenere in vita l’euro e al contempo di vedersi condonati o “ristrutturati” i debiti, in pratica proseguendo un meccanismo assistenziale in Italia ben noto e in cui alcuni sussidierebbero altri in perpetuo noi dovremo prepararci a soluzioni opposte anche quando avremo riconquistato la nostra sovranità”.