Caro direttore,
ecco i miei tre consigli per la nuova rubrica “Libri sotto l’Albero”.
- Leonardo Becchetti e Giuseppe Florio, Dio e Mammona – Dialogo tra un economista e un biblista su economia, etica e mercato (Edizioni del Credito Cooperativo, pagg. 144, Euro 14,00)
Un dialogo sulla crisi, non solo economica, della società globale e su come ad essa si possa reagire concretamente. Le voci sono quelle dell’economista Leonardo Becchetti e del biblista Giuseppe Florio, che affrontano i temi legati al profondo mutamento sociale degli ultimi anni. Si parte dal monito di Gesù “Non potete servire Dio e Mammona” e da altri passi evangelici, per analizzare l’uso del denaro e come sia possibile farne uno strumento per operare il bene comune. Gli autori dibattono dello scollamento sempre più drammatico tra economia ed etica, delle più urgenti questioni sociali (povertà, lavoro, inclusione finanziaria, distribuzione della ricchezza), del rispetto dei valori umani così come di quello per l’ambiente, della responsabilità sociale d’impresa e della sostenibilità, delle visione economiche alternative (come la cooperazione). E, soprattutto, suggeriscono come ognuno di noi possa diventare attore del cambiamento, mettendo in atto giorno dopo giorno comportamenti in grado di ridare centralità alla persona.
- Franco Cardini, L’appetito dell’imperatore (Mondadori, pagg. 350, Euro 19,00)
Dall’ultimo pasto di san Francesco – Santo ma segretamente goloso! – alla sontuosa tavola di Honoré de Balzac, dai cibi raffinatissimi del banchetto del Gran Khan alle uova con cipolle e scalogno care a Napoleone, passando per tre deliziosi intermezzi sul caffè, le castagne e i tartufi, Franco Cardini mette in campo la sua duplice esperienza di storico e di gourmet. Spaziando dal Medioevo ai totalitarismi novecenteschi e non solo, Cardini torna alla narrativa con una serie di racconti gustosi, che sono anche un’illuminante testimonianza di come la cultura materiale sia specchio dello spirito di ogni popolo, e possa essere per lo storico una lente speciale per comprenderne i segreti. Ogni racconto è, così, corredato tanto da un’indicazione delle fonti quanto dalle ricette che Franco Cardini ha sperimentato, una per una, nella sua cucina fiorentina: dall’acquacotta al piccione glassato, dal cuscus magrebino alla crema Chantilly, ciascuno di noi potrà portare sulla propria tavola i sapori del passato, e ritrovare intatte le emozioni che essi racchiudono.
- Marco Cimmino, Il flauto rovescio. Controstoria della letteratura italiana (Edizioni Bietti, pagg. 767, Euro 18,00)
Come è già stato ampiamente dimostrato in campo storiografico, anche nella letteratura italiana esiste una sorta di vulgata: un canone critico e antologico obbligatorio, secondo cui alcuni autori sono stati beatificati, altri del tutto camuffati e altri ancora semplicemente cancellati, in ossequio a un’idea dogmatica e strumentale di arte e di artisticità. Il flauto rovescio rappresenta il tentativo di svelare questo canone e, se possibile, di restituire spazio e dignità ai cancellati, di offrire verità ai camuffati. Marco Cimmino percorre gli ultimi due secoli della letteratura italiana, usando chiavi di lettura diverse da quelle «ufficiali», ridimensionando e mettendo a punto, ma, al contempo,scoprendo e valorizzando tutti quegli «orbi veggenti» che seppero prevedere lo sfacelo che avviluppa la situazione artistica e letteraria che stiamo vivendo, fino agli «eretici» del pensiero moderno, spesso ignorati e snobbati, tra cui Massimo Bontempelli, Curzio Malaparte, Giuseppe Prezzolini e Giovanni Papini. A partire da Foscolo, passando per Manzoni, Pascoli e Verga, transitando per le avanguardie del primo Novecento (tra cui il futurismo, fenomeno italiano divenuto mondiale) e figure come D’Annunzio (il cui respiro internazionale, storicamente accertato, mal si coniuga con la sua pretesa «provincialità», ribadita pappagallescamente), si giunge ai nostri giorni, fino al “neorealismo”, ultimo – benché drammatico – sussulto di vitalità prima della sequela delle avanguardie post-Sessanta. Passando infine per il Sessantotto, «l’estrema burla di un secolo nato in tragedia e finito in farsa, un carnevale vestito da rivolta» (p. 704) e giungendo alla «grandezza eretica» di Pasolini (p. 724), scrittore controcorrente ben diverso da come ce lo presenta la vulgata