Carte sparite in quei giorni di fuoco del Luglio 1943. Carte di un ventennio italiano. Carte che sono rimaste per decenni nascoste in un archivio inglese, il Public Record Office di Kew Gardens. Mario Josè Cereghini e Giovanni Fasella hanno rintracciato questo patrimonio di testimonianze nel 2011 e da pochi mesi il loro libro è in vendita nelle librerie, “Le carte segrete di Mussolini” (ed. Mondadori, euro 20) Dunque, documenti scomparsi a causa dei servizi britannici rapacissimi, oggi prove eccezionali per tornare a discutere di Fascismo o per ripensare ad un passato per il quale sembra che sia stato scritto tutto, ma, poi, come scrivono gli autori, le novità non finiscono e “ la storia non finisce mai di sorprendere e gli archivi nascondono tesori immensi spesso inesplorati.”
Si respira il vento della storia leggendo i resoconti ritrovati. Il lettore così ha la possibilità di entrare nelle viscere del regime fascista. Rapporti di polizia, comunicazioni dei Servizi segreti, telegrammi, lettere di prefetti: c’è di tutto dal 1922 al 1943. C’è l’Italia di sempre in quelle pagine. E quelle carte riservatissime sono infondo un riflesso della fragilità italiana. Colpisce scoprire resoconti dettagliati che riferiscono di intenzioni golpiste dell’esercito o di progettati colpi di mano da parte di banchieri massoni che non digerivano Mussolini. Le carte raccontano la crisi istituzionale del dopo-assassinio Matteotti; e in quel paese, senza pace, i poteri occulti progettano un’altra marcia, “… trentamila uomini al comando dell’avvocato Morabito giungeranno nella capitale rispettivamente dal confine francese e dall’Italia meridionale” come si legge nei documenti. Quella società instabile ha molte forze in campo: da una parte il Fascismo dall’altra gli ‘aventiniani’, la Massoneria di Palazzo Giustiniani e l’esercito che non tollera altri poteri emergenti alla fine degli anni venti. Per tutto questo, “Mussolini non si fida di nessuno. E pretende prove di fedeltà dagli iscritti al partito e persino dai gerarchi più alti.” (pag. 31)
Nelle carte segrete, in breve, appaiono le potenze straniere, la Fratellanza massonica, il Vaticano, i carrieristi più o meno imboscati tra le pieghe del Partito fascista. Sono tanti con Mussolini e contro Mussolini, ma il Fascismo non cade, perché? Questa è una domanda da porsi leggendo il capitolo “Attentati e complotti massonici.” Tuttavia, non è il momento per articolare risposte critiche. Attraverso questa pubblicazione, c’è l’occasione per scoprire un mondo italiano brutale, post-guerra mondiale, in cui l’emergenza nazionale non fa altro che richiedere, drammaticamente, atti risoluti, atti estremi.
Cosi è pure “decisa la soppressione di Mussolini e l’abdicazione di Sua Maestà (Vittorio Emanuele III) con l’ascesa al trono del figliolo e la nomina a Dittatore del generale Capello” (pag. 43) come raccontato da un rapporto di polizia. Successivamente, nel 1930, un ex deputato, Michele Terzaghi, dà vita ad un nuovo fronte golpista, con uomini che sanno “maneggiare pugnali e rivoltelle.” In questo modo nulla è cambiato dal lontano 1922; il Fascismo però non cade; ma perché non cade?, e la domanda ritorna.
C’è di tutto in queste carte segrete. Mussolini non ne esce bene. Dicono che sia “un gesuita”, un uomo che si “sbarazza cinicamente di tutti coloro che gli sono stati utili.” Per non dire delle liaisons dangereuses del Duce, con signore altolocate, con storie di alcove in cui si trama. L’Italia non finirà mai di essere Italia! E il lettore idealista di sicuro non si sorprenderà nel scoprire appunti storici su scandali sessuali o baruffe finanziarie di regime. Ed è questo un quadro storico di regime al quanto attendibile. Ma la questione storiografica resta un’altra ed è legata alla conoscenza di un’emergenza nazionale chiamata Fascismo. Un’emergenza storica non spiegabile con il chiacchiericcio dei poliziotti, con il mormorio di prefetti zelanti. Nei rapporti di polizia vi è tanta verità; tuttavia, una ricostruzione tutta quotidiana di quegli anni indica una micro-storia in cui si fa fatica a trovare quella società che tenta di uscire dalla guerra, dalla crisi del 1929 e dalla corruzione italiana di sempre.
La storia non si comprende attraverso la lettura di vicende di gerarchi “assatanati di denaro, sesso, champagne, cocaina e potere.” Non sono i festini leccesi di Starace a modellare la complessa fisionomia di un regime dittatoriale insieme borghese e popolare. In quelle carte, comunque, c’è il mondo italiano di sempre. Un mondo nel quale qualcuno scrive al Duce per definire un federale, Giorgio Molfino,“usurpatore di titoli, venditore di fumo… protettore degli affaristi e dei pederasti.” E si va avanti così con una festa di pettegolezzi: Pavolini e la bella attrice Doris Duranti, i Capi della Polizia non affidabili, e Mussolini che ordina sostituzioni rapide…
E’ il racconto di una fiera di basse vanità di regime. Il racconto ripreso da due autori che, però, non chiariscono come mai un regime non democratico sia durato venti anni? Oppure perché la società fascista rimanga – anche attraverso questo libro – l’argomento più indagato nella storia di Italia? Mentre il lettore scoperchia dossier segreti e legge i testi di note informative di commissari, di sicuro può comprendere che quel regime coinvolge, travolge tutto e tutti.
Renato de Robertis
“Le carte segrete di Mussolini” M.J. Cereghino – G. Fasanella (ed. Mondadori – Le scie, euro 20)