È morto a 83 anni Donato Lamorte storico esponente della destra italia, figura che incarnava la continuità tra il Msi e Alleanza Nazionale. Figura di riferimento per Giorgio Almirante e per la comunità postfascista romana, è stato deputato e tesoriere di An: seguì con scarsa convinzione (ma con lealtà) Gianfranco Fini nella rovinosa scissione di Futuro e Libertà.
Il giovani del partito, del Fronte della Gioventù e di An, lo ricordano come un interlocutore attento e disponibile, nonché come esempio di dedizione alla causa del partito. Lamorte ha presieduto il rovente congresso di Azione Giovani a Viterbo, il 27 e 28 marzo del 2004, nel quale venne eletta segretario Giorgia Meloni. In quella sede, con gli animi particolarmente accesi, invitò l’intera assise a trovare le ragioni dell’unità nel rispetto delle differenze: la sfida da intraprendere era la costruzione di un soggetto politico nazionale di chiara estrazione sociale, in continuità con la storia della destra italiana.
Lamorte è ricordato nel libro “La mia vita con Giorgio”, di Antonio De Pascali da Assunta Almirante, che lo definisce “l’uomo di fiducia di Giorgio – fiducia cieca – per quanto riguarda l’amministrazione del partito. Non v’era cittadino, su tutto il territorio nazionale, che, chiedendo la tessera del Movimento Sociale, foss’anche un alto generale delle Forze Armate, non passasse, prima della sottoscrizione, sotto il setaccio della rete dei collaboratori di Donato. Informatori efficientissimi e sempre ben informati ai quali nulla sfuggiva sulla dirittura morale dei tesserandi. Come Giorgio esigeva”.