L’idea di “rivoluzione conservatrice” è ormai entrata nel pensiero corrente, indicando quella complessa e variegata corrente di pensiero tedesca che, durante la Repubblica di Weimar, ha elaborato suggestive visioni del mondo al di là della destra e della sinistra. Scarsa attenzione, invece, ha suscitato finora un simile fenomeno culturale e politico che, nel primo ventennio dello scorso secolo, ha fondato movimenti e diffuso idee altrettanto innovative nel Regno Unito.
Stiamo parlando delle avanguardie artistiche e dei movimenti politici gravitati attorno alla rivista londinese “The New Age” durante la direzione di A.R.Orage (1907-1922), che fu la levatrice del modernismo britannico, come dimostra lo storico Paul Jackson nel suo Great War Modernisms and The New Age Magazine, recentemente ripubblicato da Bloomsbury (pagg 184 € 58,00). Conosciuto soprattutto per la sua vicinanza al mistagogo caucasico G.I.Gurdjeff, Orage fu anche, e soprattutto, un fine intellettuale e un brillante riformatore sociale e politico. Fondatore del Guild Socialism, sindacato che rivendicava l’importanza delle corporazioni dei lavoratori, soprattutto quelli intellettuali, Orage fu anche il fulcro del Credito Sociale, movimento politico propugnatore di una riforma monetaria radicale, che, tramite il reddito di cittadinanza e la soppressione dell’emissione del denaro a debito, avrebbe risolto il paradosso della miseria in mezzo all’abbondanza. Ma fu soprattutto in campo artistico e letterario, come dimostra appunto Jackson, che l’instancabile impegno di Orage diede i suoi frutti più duraturi.
Durante la Grande guerra, il dibattito sulle pagine di “The New Age” vede avvicendarsi le firme più prestigiose dell’epoca, da G.B.Shaw aG.K.Chesterton, da T.S.Eliot a Ezra Pound, da H.G.Wells a Wyndham Lewis, che discutono della guerra considerandone anche, accanto a quello distruttivo, il potenziale rivoluzionario e creativo. Non si tratta solo di chiacchiere da intellettuali,dato che molti di loro si arruolarono e pretesero di andare in prima linea, comeW.Lewis, arrivando fino a sacrificare le loro vite, come il filosofo T.E.Hulme, allievo di Bergson.
Il libro di Jackson evidenzia la qualità e la complessità della discussione attorno ai primi segni di quella che sarebbe stata davvero la “nuova era” (The New Age) nata sulle macerie del vecchio mondo cancellato dalla più impressionante distruzione di vite e di beni mai scatenata dall’uomo fino ad allora. Pensatori come Nietzsche, Sorele Freud vengono tradotti in inglese per la prima volta sulle pagine del settimanale di Orage, che ospita anche appassionati dibattiti sull’esistenza o meno del peccato originale, tesi ardentemente sostenuta da T.E.Hulme contro Bertrand Russell per giustificare la ineludibile presenza del male nel mondo e nella natura umana. Anche il Cubismo e il Vorticismo nascono su queste pagine, insieme con l’anelito per una società più giusta, basata sulla considerazione che la giustizia sociale e la bellezza debbano sostituire, come ideale di vita, l’idea del profitto a tutti i costi.
E’ passato un secolo, c’è stata un’altra guerra mondiale, ancora più catastrofica, ma quegli ideali rimangono ancora molto lontani, forse davvero irraggiungibili.