Il Secolo d’Italia ha pensato bene di fare una difesa d’ufficio della Fondazione AN prendendo lo spunto dall’articolo apparso su Barbadillo e che riprende quello da me scritto per Il Borghese, ma lo fa in una maniera singolare senza tener conto – distrazione? superficialità? drittaggine? – di quel che è stato scritto e che si sostanziava in tre domande. Che erano:
1. Perché la Fondazione AN non ha ottemperato al bando da lei stessa emanato, e cioè di decidere a chi assegnare i finanziamenti entro il 31 ottobre 2013, e di comunicare i nomi entro il 10 novembre 2013?
2. Perché la suddetta autorevole Fondazione ha atteso di farsi viva soltanto DOPO la promulgazione della Legge 13/2014 del 21 febbraio che regolamenta le donazioni a partiti e associazioni politiche? Perché ha sprecato oltre tre mesi, quasi aspettando che uscisse questa legge cui potersi appigliare? Avesse ottemperato al suo stesso bando esso NON ”sarebbe stato superato dagli eventi” come scrive, in modo un po’ strumentale, il Secolo.
3. E’ applicabile questa legge ai destinatari del bando della Fondazione AN che NON sono “partiti” o “associazioni politiche, ma singoli, editori, gruppi, fondazioni e associazioni culturali? Cosa c’entrano con la Legge 13/2014? In tal caso, non potrebbe essere elargito ugualmente anche dopo la legge in questione? Insomma, perché il milione messo a disposizione della Fondazione AN si deve considerare come un “finanziamento ai partiti” o a “associazioni riconducibili ai partiti” come scrive il Secolo? Si spieghi esattamente il perché di ciò ai 416 che hanno creduto alla serietà del bando e che in genere – quasi tutti, pensiamo – non sono affatto “riconducibili ai partiti”, che peraltro non esistono più!
Queste le domande alle quali si deve rispondere in modo chiaro, semplice e diretto, senza arzigogoli, bizantinismi, scorciatoie tipiche del politichese, dando spiegazioni ai 416 che hanno risposto al bando (così ci informa il Secolo, e non la Fondazione AN) e che ne hanno il sacrosanto diritto assolutamente NON assolto dalle due circolari ricevute per posta (o posta elettronica).
Non serve niente altro, tantomeno amenità come il titolo dell’articolo di Roberto Mariotti (La cultura di destra? Chissà perché se ne parla solo quando ci sono i bandi di mezzo…); polemica stupidissima e provocatoria, nonché bugiarda: sia Barbadillo sia il Borghese alla “cultura di destra” dedicano interventi ogni loro santo numero. Sono i responsabili politici ad averla messa al bando da anni, avendone paura.
Inutile scrivere che, grazie a questa legge, quella della Fondazione AN è stata “una motivazione del tutto plausibile”: una spiegazione che sa tanto di presa per 416 fondelli. Per noi non lo è affatto “plausibile”, ma una semplice scusa per non scucire i soldi promessi. Vorremmo che si chiarisse a noi che non siamo né politici né legulei come stanno veramente le cose.
Inutile intervistare il presidente sen. avv. Mugnai che non dice proprio nulla in merito all’essenza della questione, ma sbandiera soltanto le sessanta iniziative pro Almirante.
Inutile ironizzare su coloro i quali prima che su Barbadillo o il Borghese hanno scritto o lavorato al Secolo. Che vuol dire? Che per questo motivo non si possono porre degli interrogativi e chiedere spiegazioni chiare e logiche o pretendere la verità dato che le cose non sono affatto chiare?
Dice il sen. avv. Muugnai: “La Fondazione ha deliberato che le iniziative culturali non saranno delegate a soggetti terzi ma gestite in proprio, con il coinvolgimento del territorio, in tre ambiti: archivistica, editoria e formazione. Un modo diverso e rispondente alle nuove norme di realizzare le iniziative che si intendevano finanziare col bando di un anno fa”. Occorrono qui ulteriori e urgenti spiegazioni: la scelta di distribuire centomila euro “sul territorio” vuol dire che essi saranno dati a quelle associazioni culturali collegate col partito (quale?) che hanno risposto al bando a discapito delle altre, solo culturali e slegate da alcun partito?
Non fosse così aspettiamo chiare e dettagliate spiegazioni.