Il 9 giugno 1833 nacque a Fornacette di Pisa, Narciso Feliciano Pelosini.
Di lui ho letto solo le 88 pagine del suo “Maestro Domenico” ma sono state sufficienti per farmelo entrare nel cuore oltre che nella mente.
Di professione fece l’avvocato (anche di Giacomo Puccini) e il docente nella Scuola di Scienze sociali di Firenze. Per passione fu anche un politico, senatore della Destra nel 1896.
Ma la cosa per la quale va ricordato di più – almeno per me – è questa bellissima favola toscana del “Maestro Domenico, una buona pasta di campagnuolo senza grilli, né frasche; con poche idee ma precise: buon cristiano e galantuomo di stampa antica. Sapeva a mente la “Gerusalemme Liberata” del Tasso con le aggiunte del signor Cammillo Cammilli; narrava con garbo le “Novelle morali” del padre Francesco Soave, e non avrebbe mai immaginato che fra i perditempo di questo mondo ci fosse quello della politica. Da giovane imparò un mestiere, e, quel che più conta, lo imparò bene: e quando si accorse che lo sapeva a dovere, ne studiò altri due; cosicché da uom fatto si trovava alle mani nullameno che tre mestieri, dai quali cavava dei belli e buoni francesconi che metteva in serbo per la vecchiaia”.
Questo l’incipit del libro, un capolavoro della Reazione, almeno in letteratura.
Alla trama accenno appena per non togliere il gusto di leggere il libro: Maestro Domenico passava i suoi giorni nella tranquillità e nella sicurezza della bella Toscana granducale d’antan, “fra l’ascia, i libri, la chiesa e i centi delle lire”.
Il fedele suddito di Sua Altezza Imperiale il Granduca di Toscana se ne stava in Arcadia beato ma …. un giorno, dopo una camminata nell’ordinato paesaggio toscano e dopo una bevuta di vino e “una buona pipata di tabacco, le palpebre gli cascarono del bello sugli occhi, e placidamente si addormentò” sotto un albero.
Fu un sonno lungo, lunghissimo, sotto un pino. Tanto lungo che Maestro Domenico si svegliò….. 19 anni dopo, nel 1864 nel Regno unitario italiano, esatto opposto della sua incantata e ordinata Toscana granducale. Sconvolgente!
Il resto della novella…… scopritelo da soli. Il libro lo pubblicò a sue spese Narciso Feliciano Pelosini nel 1871. Lo ristampò nel 1982 la Sellerio, che Dio e il nostro Granduca toscano gliene rendano perennemente merito.