Meglio scommettere, per una volta, sul nuovo corso della Lega piuttosto che scegliere i nostalgici di un errore storico o gli a-ideologici pentastellati. La sintesi è brutale. Ma forse rende l’idea della presa di posizione di CasaPound rispetto al voto per le elezioni europee. L’endorsement al Carroccio arriva direttamente dal presidente del movimento della tartaruga frecciata, Gianluca Iannone.
In una nota pubblicata su Facebook, Iannone spiega le ragioni di una scelta destinata a provocare discussioni e polemiche nel mondo della destra radicale. Ricordando la rabbia per una legge che, nonostante le 80mila firme raccolte da CasaPound, impedisce al movimento di presentarsi alle elezioni, il leader romano chiarisce che “CasaPound non è abituata a rimanere alla finestra. Ho scelto e vi invito per questa volta a votare Lega con preferenza a Borghezio nella circoscrizione centrale, anzitutto per l’alleanza con il Front National di Marine Le Pen, per le posizioni antieuro, per le posizioni contro l’immigrazione, per i referendum contro la Fornero e la legge Mancino”.
Iannone anticipa anche le prevedibilissime critiche di chi, a destra, non considera conciliabile il sostegno a un partito “anti-italiano” come la Lega. “Io, come molti di voi avranno capito – scrive il frontman degli Zetazeroalfa -, per il tricolore e l’unità della nazione sono pronto a farmi ammazzare. E so bene che questa scelta di voto per la Lega (che riguarda solo ed esclusivamente queste elezioni) porterà critiche da un mondo di “destra” che ricorderà le passate posizioni anti-italiane della Lega”. E se su Grillo – che pure potrebbe raccogliere una porzione di elettori della destra radicale – non c’è alcun riferimento, non manca un cenno a Fratelli d’Italia, invotabile secondo Iannone perché “guarda indietro e riparte da Fiuggi, ovvero da un errore e una frattura insopportabile con la nostra storia e i nostri caduti”.
Dalla destra radicale arriva un segnale forte per l’evoluzione politica del Carroccio che – dall’alleanza con il Front National alle posizioni su euro e immigrazione, passando per la critica allo ius soli e alle proposte di referendum su pensioni e legge Mancino – sta provando a rigenerarsi smettendo la casacca sbiadita della secessione e degli slogan stantii su “Roma ladrona” per indossare i panni di un movimento che guarda al recupero della sovranità come unica alternativa possibile ai guasti della globalizzazione. E che si pone sempre più come interlocutore plausibile dell’area non conforme.
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