È da poco in libreria la nuova edizione di un libro che manca all’appello da più di quattro decenni, la cui precedente pubblicazione risale al 1972. Si tratta dell’“autobiografia spirituale” di Julius Evola, Il cammino del cinabro, in una nuova edizione dotata di un corposo apparato di note esplicative – in tutto più di cinquecento! –, bibliografie per i singoli capitoli, una gran quantità di documenti inediti, una bibliografia completa di tutte le opere evoliane, includente le edizioni straniere, nonché un apparato di fotografie provenienti dagli archivi della Fondazione Julius Evola. Insomma, una edizione che fa piazza pulita di tutte quelle pirata pubblicate in questi anni al solo scopo di sfruttarne la vendibilità.
A spiegarci la struttura di questo volume è Gianfranco de Turris, segretario della Fondazione dedicata al filosofo romano: «Il libro venne pensato da Evola come una guida postuma alle sue opere. Fu il suo editore, Vanni Scheiwiller, a chiedergli di pubblicarlo in vita, per chiarire numerosi equivoci nati da Cavalcare la tigre». Alla prima edizione del 1963 ne seguì una accresciuta, nove anni dopo: la terza «utilizza molti dei materiali emersi negli ultimi quarant’anni, per completare quanto detto nella biografia e colmare le lacune del libro, dovute a dimenticanze – o ad altri motivi, che non conosciamo».
Ci sovviene un dubbio: rivelare particolari che Evola aveva voluto tralasciare nella propria autobiografia non significa in un certo qual modo tradire le volontà dell’autore ? Pronta la risposta dello studioso: «Evola stesso ha voluto mettere in secondo piano l’autore come “persona” per parlare soltanto del suo pensiero, limitandosi a riferire particolari biografici solo ove strettamente necessario alla comprensione della propria opera. Dopo oltrequarant’anni, tuttavia, anche a fronte delle molteplici falsità divulgate su di lui – in buona o mala fede che sia – è necessario precisare alcune questioni, anche biografiche, per restituire un’immagine quanto più veritiera dell’autore».
Si tratta così, continua de Turris, di un libro che in qualche modo ricapitola le diverse attività del filosofo romano: «Evola si è occupato di svariati argomenti, alcuni dei quali possono dirsi oggi di minore interesse e pregnanza, ma altri hanno ancora un enorme valore e sono stati fonte di stimolo per la ricerca di grandi intellettuali di eterogenea inclinazione. Trattandosi di domini molto vari, che vanno dalla tradizione ermetica alla metafisica del sesso, dalla critica – quanto mai attuale – al neospiritualismo alla riflessione politica, dalla filosofia alle dottrine orientali, ognuno può scegliere di quale occuparsi, secondo la propria, come la chiamò Evola stesso, equazione personale».
Da qui la sua collocazione nella storica collana “Opere di Julius Evola”, cominciata nel 1994, all’interno della quale Il cammino del cinabro è il diciottesimo volume. Il testo vi occupa una posizione molto particolare, come illustra chiaramente de Turris: «Ho pensato a questo libro come a un’opera propedeutica, che andrebbe letta prima degli altri testi, di modo da avere una panoramica generale dei suoi studi. Un libro per i nuovi lettori, dunque, ma anche per i veterani, che troveranno in queste pagine molti materiali completamente sconosciuti, provenienti dall’Archivio Centrale dello Stato, da fondi privati e dalla Fondazione J. Evola».
Numerosi dunque gli approfondimenti aggiunti al testo originale tratti da testi dello stesso Evola utili a chiarirne il pensiero. Particolarmente degni di nota, ad esempio, sono secondo de Turris «Psicanalisi della contestazione, un articolo sull’interpretazione del fenomeno sessantottino, e Quo vadis Ecclesia?, un’analisi della via intrapresa dalla Chiesa cattolica in seguito al Concilio Vaticano II, ma quanto mai attuale».
Quali i nuovi progetti della collana in questione, che compie vent’anni? Anzitutto, continua de Turris, «una nuova edizione de L’individuo e il divenire del mondo ricca di documenti e di apparati, poi la riedizione di Ricognizioni, ovviamente in conformità con il resto della serie, per cui con introduzione e apparati». Infine, un’ultima chicca: «Vorrei approntare come conclusione di questa fatica decennale un libro per ricapitolare le attività del filosofo romano, dell’Evola artista, comprendente tutto: pittura, poesia, saggistica e via dicendo».
Quale, gli chiediamo in conclusione, l’attualità della riflessione evoliana? «Il suo messaggio è la necessità di un processo di ricostruzione interiore in un mondo che ha perso qualsiasi riferimento valoriale. La catastrofe della politica, del vivere comune, dell’etica e la disgregazione di quelli che sembravano punti di riferimento immodificabili sono lì a dimostrarlo». Una sapienza assai preziosa per affrontare la crisi che stiamo vivendo, dunque, di cui le pagine evoliane de Il cammino del cinabro sono importante e imprescindibile breviario.
*Julius Evola, Il cammino del cinabro, terza edizione corretta e aumentata, saggio introduttivo di Geminello Alvi, revisione, bibliografie, documenti e note a cura di Gianfranco de Turris, Andrea Scarabelli e Giovanni Sessa, Edizioni Mediterranee, Roma 2014, pp. 439, € 32,50.