La campagna elettorale per le Europee inizia a riscaldarsi e Marine Le Pen, dalle colonne del Giornale dove è stata intervistata da Gian Micalessin, attacca Grillo per i tanti paradossi delle posizioni politiche dei pentastellati. «Perché Grillo non lotta insieme a noi contro l’Europa? Voi italiani ormai dovreste averlo capito. È solo un opportunista»: così spiega il capo del Front National, che in Italia ha una sinergia con Matteo Salvini e la Lega, oltre ad una intesa con Giorgia Meloni e Fratelli Italia-An. E aggiunge: “«Non ve ne siete ancora resi conto? Quello non lotta contro il sistema, punta solo a conquistare l’elettorato di sinistra. Ricordate una sua presa di posizione concreta sull’immigrazione? No perché non esistono. Questa è la sua grande contraddizione. Tuona contro il sistema ultra-liberista, ma non racconta che l’immigrazione serve ad abbassare i salari ed è funzionale al grande capitale. Racconta di essere contro banche e multinazionali, ma si guarda bene dallo spiegare che l’immigrazione fa gli interessi di chi delocalizza e abbassa gli stipendi senza neppure trasferire le aziende all’estero. Grillo ha una visione distorta e contradditoria della realtà. È un politico senza basi. Un giorno si scaglia contro la corruzione, un altro contro l’Europa, non ha una visione globale. Per questo resterà il leader di un movimento di protesta e non guiderà mai un governo».
In Francia il Front National, intanto, sta consolidando un elettorato trasversale e popolare, che potrebbe portare la fiamma transalpina ad essere il primo partito: «Sono qui perché i pescatori come chiunque svolge un mestiere tradizionale, sono le grandi vittime dell’Europa. I pescatori e i cacciatori a differenza di quanto raccontano da anni gli euroburocrati di Bruxelles non sono i nemici dell’ecosistema, ma i loro grandi difensori, anche perché loro campano di quello. Le cosiddette normative ecologiche di Bruxelles li hanno gettati sul lastrico e ci stanno condannando a vivere in un continente malato».
Gli obbiettivi di Marine: «Sono qui per vincere – spiega al Giornale – sono qui per cambiare questo Paese. A queste elezioni prenderemo tra il 23 e il 25 per cento dei voti. Ma non ci fermeremo qui. Tra dieci anni saremo al potere e allora cambieremo veramente la Francia».
La conclusione. «Ormai siamo gli unici a rappresentare chi è stato abbandonato dalla politica e dal grande capitale, chi viene scaricato perché non garantisce profitti, chi viene abbandonato perché non è funzionale all’Europa. Per questo pur di farci tacere le provano tutte. Provano a chiamarci razzisti, provano a metterci addosso la caricatura degli estremisti di destra, ma la verità è che hanno paura di noi perché siamo i soli a minacciare il sistema e l’Unione Europea. Grazie ai nostri successi e a quelli dei nostri alleati, come Geert Wilder in Olanda, a Bruxelles nascerà uno schieramento decisivo, una minoranza in grado di bloccare e contrastare tutte le decisioni dell’Europarlamento».