Paolo Colli resta vivo nel cuore di tutti coloro che l’hanno conosciuto. Facendo suo il pensiero di Alex Langer, che invitava i movimenti verdi a non appiattirsi sui partiti tradizionali e a cercare una sintesi di valori tanto di destra che di sinistra, Paolo fece in modo che Fare Verde divenisse affatto autonoma dai partiti (tra cui quello di riferimento che era il MSI) e da qualunque gruppo economico, riunendo intorno ad un’idea forte, da tutt’Italia, una comunità umana. Con un metodo preciso: il dono di sé, il volontariato al 100%, senza compromessi e senza padroni. E con il coraggio di percorrere strade non facili e non troppo battute. Ben presto a Fare Verde si avvicinarono persone d’ogni provenienza politica e culturale accomunate dal metodo del volontariato e dalla critica al modello di sviluppo capitalistico.
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Di Paolo mi aveva colpito fin dal lontano 1991, quando l’avevo conosciuto in occasione di una campagna per il vuoto a rendere come via maestra per risolvere il problema rifiuti, questo duplice aspetto: lo slancio romantico, il bisogno di darsi da un lato e la preparazione culturale e scientifica, la meditata proposta di soluzioni dall’altro. Nei suoi interventi Paolo era preciso, ricco di dettagli tecnici e attento ad una visione dell’ecologia, che non si limita ad inseguire emergenze o soluzioni provvisorie o pasticciate. Il vero ecologista, amava ripetere, non è chi vuole tornare indietro, ma chi sa guardare al cuore dei problemi, chi sa proporre soluzioni di ampio respiro, in cui scienza, tecnica ed economia siano dalla parte della natura vivente e non dalla parte del profitto ad ogni costo.
“Abbiamo dato – diceva in uno dei suoi interventi che mi sono appuntato – uno slogan al nostro agire, che è dare voce a chi non vota, cioè farsi interpreti di tutti quegli interessi che non trovano risposte in questo sistema e che vengono compressi: dagli animali agli alberi, ai mari, ma anche e soprattutto alle generazioni future”
Ecologia come questione di civiltà, l’uomo come centro di doveri e non solo di diritti. Ecco, in due parole, l’ideale che Paolo ha perseguito con tenacia nel corso della sua vita, senza risparmiarsi, a volte sacrificando gli affetti più cari, spesso pagando di tasca propria, partendo dal semplice quotidiano per elaborare campagne, interventi, azioni. Ben si adatta alla sua figura il detto di Ezra Pound: “Ho cercato di non vedere il mare nella mia tazza di tè personale.”
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Fare Verde e il ricordo di Paolo
(Paolo Colli fondò nel 1986, sull’onda delle battaglie antinucleariste, l’associazione ecologista Fare Verde e fu la vera anima della comunità ambientalista da lui messa insieme fino alla sua scomparsa avvenuta il 25 marzo 2005, all’età di 44 anni, per una leucemia contratta nel Kosovo, dove si recava regolarmente già da sei anni per portare aiuti ed un sorriso ai bambini delle varie etnie, sia serbi che albanesi. In ricordo di Paolo Colli la Comunità di Fare Verde è convocata per il 29 e 30 marzo 2014 in Poggiomirteto (Ri), con inizio lavori alle ore 16.00 del 29 e conclusione alle 14 del 30. Per informazioni rivolgersi a Francesco Greco o a Silvano Olmi avv.fgreco@gmail.com, fareverde.segreteria@gmail.com)