Non sono ore facili per Enrico Letta. Questa volta, però, il “pericolo” non è rappresentato da Silvio Berlusconi, dato che – a meno di sorprese, sempre possibili con il Cavaliere – i numeri “a destra” per garantire comunque il suo governo ci sono. Il pericolo per il premier, invece, arriva da un combinato di soggetti che – a vario modo – stanno contribuendo a mettere in bilico l’esperienza delle larghe intese.
Bacchettata europea. Partiamo dall’Europa che ha sonoramente bocciato la bozza della legge di Stabilità presentata da Letta e dal ministro dell’Economia Saccomanni. Bruxelles non solo ha rimandato il testo sui conti ma ha addirittura precluso all’Italia l’utilizzo del tesoretto, ossia il bonus Ue sugli investimenti fortemente voluto dal governo. Tutto questo arriva come una beffa per il premier che solo ieri parlava di «ripresa a portata di mano». Sarà difficile per lui spiegare agli italiani che i sacrifici compiuti non sono bastati.
Il caso Cancellieri. I conti, però, non sono l’unico grattacapo di Letta. A complicare le cose è ritornata Annamaria Cancellieri. Il Guardasigilli – già difeso con difficoltà del presidente del Consiglio – è di nuovo nella bufera a causa delle telefonate con la famiglia Ligresti. Tutto questo a pochi giorni dalla mozione di sfiducia presentata dal M5S rispetto alla quale il Pd è pronto a lacerarsi. Dentro il partito, infatti, il caso Cancellieri è destinato a mescolarsi con le tensioni precongressuali.
Il partito (contro) di Ezio Mauro. Repubblica – il cui direttore Mauro, come l’editore De Benedetti, da tempo è schierato con Renzi – è letteralmente scatenata nella vicenda (sua la pubblicazione delle ultime intercettazioni). Matteo Renzi – dopo aver bacchettato il premier sul tema – è chiamato adesso a rendere esplicito quel «è inaccettabile che il Pd abbia difeso la Cancellieri» lanciato qualche giorno fa. A meno che – come ha fatto capire l’altro candidato forte alle primarie Gianni Cuperlo – Letta convinca il ministro a fare un passo indietro (da parte sua la Cancellieri ha preparato una lettera di difesa dove non accenna alle possibili dimissioni). Se dovesse avvenire questo il governo si troverebbe comunque indebolito. E si se aggiunge a ciò una legge di Stabilità contestata da tutti (dall’Ue ai sindacati) e i tre partiti della maggioranza (anche Scelta Civica è alle corde) sull’orlo di una crisi di nervi è chiaro che – anche se non l’ha detto – sono necessarie proprio delle “palle d’acciaio” per resistere.
@barbadilloit