Il giudice Aldo Gentile, dal 21 settembre del 1980 titolare dell’istruttoria sulla strage alla stazione ferroviaria di Bologna, frequentava Abu Anzeh Saleh, il giordano di origini palestinesi, ufficialmente studente fuori corso residente proprio a Bologna, ma in realtà capo della struttura clandestina in Italia del Fronte popolare per la Liberazione della Palestina legata alla galassia sanguinaria del superterrorista “Carlos lo sciacallo”. Un personaggio, Saleh, coinvolto nell’inchiesta sul sequestro dei missili di Ortona e intorno al quale ruotano le agghiaccianti minacce palestinesi di ritorsione all’Italia per la sua liberazione proprio a ridosso delle stragi di Ustica e di Bologna.
“Siccome questo stava sempre lì, ci si salutava e si scherzava – ha dichiarato Gentile a verbale – Assolutamente mai cose professionali”. Eppure, il 10 settembre 1981, è proprio lui, Gentile, sempre secondo il sito Reggio Report – “a trasmettere quel fonogramma ai colleghi de L’Aquila per autorizzare Saleh a recarsi una settimana a Roma. “Poi sono andato a Roma, sono dovuto andare da… non mi ricordo come si chiama, comunque era il fiduciario dell’OLP a Roma il quale mi disse che Abu Saleh era un suo agente e precisamente il suo agente a Bologna”, ha aggiunto Gentile.
Ma il sito Reggio Report scrive di più: “alla domanda cruciale posta dal sostituto procuratore Enrico Cieri sul perché Gentile chiese, nell’ambito dell’istruttoria sulla strage, l’autorizzazione per Saleh a recarsi a Roma immediatamente dopo la sua scarcerazione, si chiude a riccio e risponde: “Non mi ricordo, assolutamente non mi ricordo”. E ancora. “La cosa sorprendente è che Gentile – riporta sempre ‘Reggio Report’ – è che il conserva buona memoria di gran parte di quello che ha fatto in quegli anni (…) ma non ricorda perché si interessò personalmente a chiedere quella autorizzazione a favore di Abu Anzeh Saleh e, soprattutto, su chi lo sollecitò per mandare il capo dell’FPLP in Italia a Roma subito dopo la sua scarcerazione”. Il sito Reggio Report, a questo punto, elenca alcune presunte anomalie nella ricostruzione dell’autorità giudiziaria.
Tra queste il particolare che il giudice Gentile avrebbe, per sua stessa ammissione, ricevuto un regalo da Saleh, e poi che (sempre Gentile) avrebbe tirato in ballo anche gli ex colleghi Giorgio Floridia e Vito Zincani, affermando che anche loro avrebbero conosciuto e frequentato Saleh. “Floridia e Zincani, sentiti a verbale, hanno preso le distanze da quelle affermazioni e hanno smentito in modo categorico la versione fornita da Gentile”. (AdNKronos)