Serie A. Quattro mesi di Ringhio, così Gattuso ha rivitalizzato il Milan

gattuso milanIl 7 dicembre 2017 Gennaro Gattuso, subentrato a Montella, esordisce sulla panchina del Milan, pareggiando per 2-2 contro il Benevento, con il gol della beffa realizzato al 94esimo da Alberto Brignoli, portiere dei giallorossi.

A quella partita fanno seguito tre sconfitte su 5 partite, tra campionato e Coppa Italia, tra cui l’indecorosa debacle per 3-0 subito dal Verona.

I rossoneri sembrano perduti in un tunnel, di cui non si vede la fine, ma all’improvviso una luce si accende.  Quella luce è la fiaccola portata da un tedoforo d’eccezione, il giovane centravanti Patrick Cutrone, che, al 104esimo del primo supplementare, firma il gol di qualificazione nel derby di Coppa Italia, trascinando meritatamente i diavoli ai quarti. Da li in poi il Milan non si ferma più e  inanellando una serie di 10 risultati utili consecutivi in campionato e guadagnando un sesto posto con vista Champions. Un traguardo, questo, che pareva un’utopia fino a pochi mesi fa e che ora, invece, è distante solo 4 punti. Altrettanto bene va in Coppa Italia, dove, giunto in semifinale, il Milan si guadagna la finale eliminando la Lazio ai calci di rigore. E questo dopo due partite agguerritissime, in cui è venuto fuori l’atteggiamento guerriero di questa squadra, che ha lottato con le unghie e con i denti su ogni pallone.

La metamorfosi dei rossoneri.

Il motivo di questo cambio di marcia così impressionante dei rossoneri ha un nome ed un cognome: Gennaro Gattuso.

L’ex bandiera rossonera, che da calciatore ha fatto del furore agonistico e della personalità le sue armi migliori,  ha superato ogni più rosea aspettativa, risollevando il gruppo e plasmandolo a sua immagine e somiglianza. Il neo-tecnico ha trasmesso al gruppo le stesse doti di grinta, la voglia di lottare su ogni pallone, lo spirito di sacrificio, il senso del dovere verso i tifosi e l’attaccamento alla maglia che aveva da giocatore.

Sul piano tattico ha abbandonato il 3-5-2  caro a Montella per un 4-3-3 che tiene più compatti i vari reparti, variabile con un 4-4-2, con Suso e Calhanoglu  spostati da esterni offensivi a esterni di centrocampo e Andrè Silva o Kalinic a fare coppia con Cutrone. Sul piano della condizione atletica, tasto dolente di questa squadra, Gattuso ha impostato carichi di lavoro più pesanti, garantendo lucidità e resistenza al proprio 11.

Allo stesso modo il mister rossonero si è dedicato alla cura dei vari settori del campo, in particolar modo del pacchetto arretrato. In quella zona del campo, accanto al già abile e arruolato Romagnoli, ha recuperato capitan Bonucci, che, dopo un disastroso inizio di stagione, è tornato a regalare grandi prestazioni sia in fase di interdizione che di impostazione del gioco, caratteristica che lo rende unico in Italia. Accanto al numero 19 rossonero, è tornata a brillare anche la stella di Romagnoli, che pareva in difficoltà ad inizio stagione, ma che ora è diventato un muro invalicabile per gli avversari,  per strapotere fisico e tempismo nelle chiusure. Inoltre, sulla fascia destra, al posto dell’infortunato Conti e di Abate, Gattuso ha ripescato Calabria, un pendolino infaticabile nelle due fasi, che fa il paio con Rodriguez, terzino di grande qualità tecnica. A centrocampo, Giacomo Bonaventura è stato promosso titolare indiscusso e ha regalato quantità, qualità e grinta; con lui sono tornati in grande condizione anche tre grandi colpi dell’estate rossonera: la “Piovra” Kessiè, l’argentino Lucas Biglia e il turco Hakan Calhanoglu, tornato più vicino alla trequarti avversaria. A beneficiare di tale cambiamento è l’attacco, in cui Cutrone è stato definitivamente incoronato leader. Infatti, nonostante la giovane età, Patrick, che ricorda Inzaghi per quello stare sempre “sulla linea del fuorigioco”, abbina ad un innato senso del gol una grinta ed un amore per la maglia incredibili, che lo portano a lavorare incessantemente per la squadra. In alternativa al numero 16 rossonero, dopo le continue prestazioni incolori di Kalinic, Gattuso ha dato fiducia ad Andrè Silva, che lo ha ripagato realizzando i suoi primi due gol in campionato, che sono stati decisivi per le ultime 2 vittorie conto Genoa e Chievo.

Ora Il Milan, recuperate mentalità vincente e attaccamento alla maglia,  se continuerà sulla strada tracciata dal suo condottiero,  può ambire a raggiungere la zona Champions, obiettivo stagionale, e potrà rientrare in pochi anni nel giro delle grandi del calcio italiano ed europeo.

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Giacomo Bonetti

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