Il sorpasso di Alternativa per la Germania ai danni della Cdu della Merkel in una regione dell’Est ha entusiasmato l’area populista italiana. Lo smacco per la cancelliera è indiscutibile. In un territorio storicamente colpito da crisi economica e dagli strali della globalizzazione, i non garantiti guardano “a destra” e incoronano Frauke Petry come nuovo astro nascente della politica tedesca.
Se la protesta guarda ai movimenti patriottici
In Germania e Francia (il caso del Front National) la protesta e l’inquietudine dei popoli ha trovato un approdo nei movimenti populisti con venature patriottiche. Per il politologo Michael Luhmann ha spiegato alla Stampa che i temi della limitazione dell’ingresso di stranieri o della difesa dell’identità nazionale proposti dall’Afd hanno incontrato una opinione pubblica che si riconosce in “schemi tipici della destra”.
Il nodo del governo
Frauke Petry, leader dei nazional populisti tedeschi, dovrebbe tenere conto che dalla protesta alla proposta si passa solo con un lavoro di costruzione di piattaforme programmatiche di governo, credibili e pragmatiche. Lo stesso paradigma vale per i cosiddetti sovranisti italiani. Oltre gli slogan ci voglio soluzioni per amministrare la cosa pubblica. La recente esperienza costellata di fallimenti (per ora) di Virginia Raggi al Campidoglio sia di monito: senza una vera cultura di governo, fatta di uomini con capacità amministrative e di visioni per il bene comune non legate a surreali utopie, l’alternativa politica che si immagina di poter incarnare, evapora dalla sera alla mattina. Per quanto possa bastare per raccogliere consensi un buon digital pr sui social, i sovranisti italiani ed europei devono riscoprire il pensiero lungo della politica, unica strada per incidere nei percorsi di ridefinizione dello spazio pubblico nel continente.