
Quest’anno alla maturità la prova per le discipline audiovisive e multimediali ruotava attorno al tema della “cura”, partendo nel tema d’italiano dal testo della canzone di Franco Battiato. L’argomento circumnaviga il mundus imaginalis, cui è strettamente connessa la nozione di “immaginazione attiva” o “creatrice”, quando cioè la coscienza è “fuori” di sé ma in un “al di là” possibile, in uno spazio di “coscienza altra”, dove può vedere e vedersi in un modo diverso. Peccato quindi questo stimolo culturale non banale fosse disponibile solo per i candidati del liceo Artistico.
L’esercizio spirituale alla ricerca di un «centro di gravità permanente», come grado di coscienza di sé, è il perno dei riferimenti sapienziali e della filosofia perenne che hanno ispirato il compianto maestro siculo. Come nella discesa e ascesa sufi, molte strade, più o meno lunghe, mai larghe, ma tutte, senza eccezione, conducono in una medesima direzione: l’immortalità. Nel testo “Sui giardini della preesistenza” già si esplicita la nostalgia dello stato di unione con l’Uno (la preesistenza nei Rig Veda, così come in Parmenide, Pitagora, Platone, Plotino, Cusano) in cui l’umano si colloca prima della caduta nel mondo materiale: «per chi sa di essere solo il riflesso di qualcosa di superiore ed il risultato di un progetto cosmico da condurre a termine». La cura è quindi un dialogo in cui è l’Anima, il corpo astrale, a parlare all’essere umano, la sua parte fisica, terrena e materiale. L’essere umano è soggetto a paure, condizionamenti, ingiustizie, inganni, malattie, dolori, ma l’Anima per sua natura si eleva al di sopra delle avversità immanenti, si prende, cioè, cura della sua parte mortale per condurla a Sé: «percorrendo le vie che portano all’essenza». Anteros (αντέρως) è l’eros che deve essere costantemente curato per potersi sviluppare senza appassire, inteso come scaturigine e al tempo stesso nostalgia ancestrale, energia che sposa spiritualmente un piano di realizzazione cosmogonico dell’esistenza.
L’Anima possiede la Conoscenza (le leggi del mondo) e la dona all’essere umano, reso capace di superare le «correnti gravitazionali», annullare lo spazio e il tempo, cogliere appunto l’eterno. La nostra guarigione, la “cura” è una via iniziatica, un attraversamento, un passaggio intenzionale. Nella vita c’è la morte, nella morte c’è la vita:
«Ti salverò da ogni malinconia
Perché sei un essere speciale
Ed io avrò cura di te
Io sì, che avrò cura di te»