Heliopolis/24. La destra sociale (che legge Berto Ricci) al tempo dei dazi e di Trump-Musk
E' giusta la rivendicazione di un’appartenenza alla “destra sociale”, ormai scomparsa da tempo, ma in grado di osservare la realtà senza paura, senza sofismi, in modo netto e soprattutto Universale
Molti anni fa lessi scritti di Filippo Corridoni. E non per mero passatempo agiografico. Lessi gran parte delle sue teorizzazioni del sindacalismo nazionale e rivoluzionario. Erano anni in cui la divisione intellettuale più in voga nei nostri ambienti era quella tra comunitari e globalisti; poi sarà Elite vs Popolo, ed oggi Woke vs Conservatori. Scontato, pensavo, stare dalla parte di chi avrebbe voluto mettere dazi su tutto e su tutti. La comunità nazionale prima degli altri.
Mi colpirono molto, per contro, alcuni accaniti passaggi dell’Arcangelo del Lavoro, proprio contro l’applicazione dei dazi commerciali: Corridoni li percepiva come un ingiusto premio ad un capitalismo arraffone, banalmente classista ed impreparato; una scelta demagogica che nel tempo avrebbe pesato in termini inflazionistici sul solito lavoratore.
Mi colpì poi ritrovare quei legami teoretici inter-nazionali con l’ultimo Mussolini, quello sconfitto dal grande capitale, rivendicante la creazione di un socialismo pragmatico che dovette essere autarchico per ragioni contingenti, ma che aspirava ad una “socializzazione mondiale” prova di dogane, monete, guerre fisiche e commerciali.
Ecco non so come avrebbero reagito i sindacalisti rivoluzionari oggi, nel vedere il dumping sociale cinese; di certo si sarebbero accorti del gioco a due tempi fra capitalismo finanziario e produttivo, teso al mantenimento del predominio imperialista del dollaro.
Credo che quel pezzo di storia, che resta un pezzo di storia in movimento, oggi non cadrebbe più nei tranelli bilaterali del realismo catastrofista di stampo anglosassone (maestro dell’inganno), ma cercherebbe con realismo un percorso di pragmatismo socialista verso un vero Stato Mondiale.
È paradossale che un lettore maturo di Mussolini e Corridoni si distacchi dall’entusiasmo MEGA ( make Europe great again), nel momento in cui piovono saluti romani nel centro dell’impero.
Tuttavia credo sia giusta, nel senso di coerente con la realtà, la rivendicazione di un’appartenenza alla così detta “destra sociale”, ormai scomparsa da tempo, ma in grado di osservare la realtà senza paura, senza sofismi, in modo netto e soprattutto Universale, come amava titolare Berto Ricci.
Ecco, se possibile sarebbe serio dire che la lezione della storia noi l’abbiamo imparata, ma sul serio: che non vogliamo guerre militari, guerre commerciali, guerre finanziarie sul nostro suolo, per conto d’altri. Che non prestiamo mente e corpo ad esaltazioni estetiche o messianiche volte ad assurdi scenari di predominio meramente tecnocratico, ma che ci batteremo per mantenere l’essere umano sulla via del Logos, della democrazia reale e non formale, nel solco di quella che fu provvidenzialmente un’idea universale come tutte quelle nate al centro del Mediterraneo.
Corridoni? Morì nel 1915. Mai fu fascista. La destra sociale vorrebbe unire post-nazionalismo, residui prussianesimo sociale alla Bismarck, neo corporativismo di matrice cattolica, eredità Impero e RSI, comunità organica peronista ecc. Troppo per esistere sul serio in Italia…
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Corridoni? Morì nel 1915. Mai fu fascista. La destra sociale vorrebbe unire post-nazionalismo, residui prussianesimo sociale alla Bismarck, neo corporativismo di matrice cattolica, eredità Impero e RSI, comunità organica peronista ecc. Troppo per esistere sul serio in Italia…
Ottimo intervento con il quale concordo totalmente .