La Libreria Europa editrice pubblica un volume cruciale per analizzare la tensione verso la politica di Pierre Drieu La Rochelle, Avec Doriot. Si tratta di un’opera antologica che mostra l’attrazione per il carismatico capo nazional populista Doriot e il piglio da polemista politico di Drieu. Un’opera da studiare, anche per interessanti connessioni con l’attuale stagione politica. (Gerardo Adami)
Drieu, dopo i suoi viaggi in territorio fascista, aderì al Partito popolare francese di Jacques Doriot, un ex comunista divenuto leader di un partito nazionale populista. Questo ha la statura di un leader: “Abbiamo visto Doriot vivere e lavorare. Abbiamo visto il figlio del fabbro, abbiamo visto l’ex metalmeccanico […]. Davanti a noi ha preso di petto tutto il destino della Francia, l’ha sollevata a debita distanza come un fratello maggiore erculeo”. Doriot si affida innanzitutto alla sua roccaforte, Saint-Denis (fu sindaco di Saint-Denis nel 1931, rieletto sindaco nel 1935, deputato nel maggio 1936),
Vediamo alle riunioni, accanto al capo Doriot, Drieu in maniche di camicia su una piattaforma. Drieu non si fa illusioni; non è un tribuno. Non sarà il capo di gabinetto del PPF come avrebbe voluto essere, vicino al leader supremo. Ha scritto articoli agiografici in lode di questo leader supremo su L’Emancipation nationale, il giornale del PPF, e ha commentato le campagne del partito. Questi articoli saranno riuniti sotto il titolo Avec Doriot.
Drieu si è compiaciuto di evidenziare diversi tratti del leader carismatico, la forza fisica, la dimensione plebea… Alcune citazioni: “[…] l’altra sera, al Vel’-d’Hiv’, c’era, sotto il occhi di “una folla intrisa di evidenza, di realtà, un uomo che si è mostrato come un padre, che ha esercitato con efficacia questo ruolo paterno, profondamente umano, che deve essere quello di un leader – un capo di governo – Jacques Doriot”. »; “[…] è stato dimostrato che Doriot aveva questo dono capitale di leadership. Egli mette le mani sull’idea essenziale, viva, semplice, e da allora ha l’iniziativa dell’azione”.
Drieu sostiene di avere qualche diritto di espressione politica nella pubblicazione del PPF: “[…] personalmente, se mi permetto di scrivere su L’Emancipation nationale, è perché sono stato prima studente alla Facoltà di Scienze Politiche , e che ho sempre letto Storia, Economia, indagata in paesi e ambienti diversi e che mi sottometto ai consigli dei leader politici del nostro partito, soprattutto alla ferma guida di Jacques Doriot, il nostro leader”. Chiarisce la situazione di uno scrittore impegnato in un partito, legittimando così la sua adesione al PPF in un articolo pubblicato nel 1942: “[…] un uomo di lettere non ha bisogno di essere un leader; può assumersi le proprie responsabilità a un livello più modesto ed efficace, come un soldato. Un soldato con una funzione speciale, ma che non lo protegge dai colpi né dalla morte. Uno scrittore può sempre fare quello che fa il cittadino più povero: essere membro di un partito, di un’organizzazione, di un soldato in battaglia, di un esercito […].” In questo stesso articolo solleva possibili obiezioni alla sua posizione: Drieu mette in dialogo due personaggi, un amico e un “io” che è lui stesso – l’amico gli si oppone con queste parole: “[…] Lo scrittore non può […] essere un semplice soldato, perché è troppo noioso […] nelle file, sarà solo un dilettante occasionale […]. Sentendo questo, sospiro, ricordando quanto poco sforzo ho fatto in un partito politico per fare altro che scrivere articoli sul giornale del partito. […] ». Drieu non si lascia ingannare: non sottoscrive completamente l’immagine dell’intellettuale impegnato al servizio di un partito.
Accanto al leader, il PPF accoglie uomini di diversa estrazione: “Il nostro partito è il luogo dove si incontrano uomini di destra e uomini di sinistra, il luogo dove si aboliscono opposizioni sorpassate, che hanno avuto la loro grandezza, che mostrano solo la loro misera meschinità “16. Il leader ha bisogno dei suoi uomini, nella lotta eroica che sta conducendo: “Affinché Jacques Doriot possa portare avanti la soluzione originale francese al problema sociale, affinché possa abbattere la doppia tirannia del grande capitalismo e del comunismo, dobbiamo essere un partito degli uomini». André Malraux disse di Drieu nel 1959: “[…] era estremamente sensibile all’amicizia virile. Concepiva questa amicizia virile come un nobilissimo legame feudale. Ciò spiega, credo, che potesse trovarsi a suo agio con gli uomini delle truppe d’assalto di Doriot”.
Il PPF non è immediatamente fascista. Lo diventerà quando i suoi leader si renderanno conto che questo partito non piace veramente alla classe operaia. Non riuscendo a mobilitare coloro che sono delusi dal comunismo, il PPF scivolerà verso l’estrema destra, verso l’estrema destra. Drieu deplora la procrastinazione del PPF nei suoi primi anni di esistenza, dice alla sua amica Victoria Ocampo, vorrebbe un chiaro impegno a favore del fascismo fin dall’inizio. Esprime preoccupazione in una lettera del 22 ottobre 1937: “[…] voi mi dite che in questo momento nel mondo esiste solo il fascismo o il comunismo. BENE. Ma, qualche riga più sotto, lei aggiunge: “Detto questo, il fascismo difficilmente esiste in Francia. E io appartengo a un gruppo che non è propriamente fascista…”. Stai impazzendo, Pierrot. […] È impossibile che tu sia vero
totalmente innamorato di questa cosa chiamata “fascismo”. […] Non penso che il fascismo distrugga le possibilità della libertà e dello spirito meno del comunismo […]”19. Drieu non ascolterà la sua amica argentina.
Drieu aderì al PPF perché era convinto che questo partito sarebbe stato la matrice del fascismo al quale aveva aderito per anni. André Malraux conosceva bene Drieu; di fronte a Frédéric Grover, biografo di Drieu, anni dopo il 1945, affermò: “Quando si imbarcò nel movimento Doriot (che era una favola) c’era abbastanza lucidità in lui per vedere esattamente cosa stava facendo […]”20.
L’entusiasmo di Drieu per Doriot non durò. È deluso: non soddisfa le sue aspettative, ovvero la costruzione del grande partito nazionalsocialista auspicato da Drieu. Doriot è circondato da ex comunisti, si nutre di cultura operaista, ma nonostante tutto non combatte la borghesia e i padroni. Drieu vuole essere pienamente socialista e antisemita. La rottura con Doriot fu finalizzata nel 1938, per un pretesto alquanto secondario rispetto a quello di cui Drieu fondamentalmente incolpa Doriot. Drieu si dimise il 6 gennaio 1939.
(estratto da Cahiers de Psychologie Politique)
Tra i vari ‘sinistri’ collaborazionisti di Vichy il più interessante mi pare Marcel Déat (Guérigny, 7 marzo1894 – Torino, 5 gennaio 1955), salvato dai preti, occultato in conventi fino alla morte.