L’anno si spegneva insensibilmente tra la gente presa a redigere i bilanci d’esercizio e le pubblicità natalizie ormai divenute il leitmotiv di quel periodo, che fra canti gioiosi e ammiccanti nenie spingevano i consumatori all’ovile. In tivù d’altro non si parlava che delle imminenti ferie natalizie e di uno sconcertante caso di infanticidio che ormai da qualche giorno aveva monopolizzato le cronache d’Italia.
La nazione avvizzita dai primi freddi e spremuta dalla crisi arrancava nelle classifiche economiche, mentre i partiti nazionalisti avevano già scelto il loro nemico: l’immigrato. Questo fantomatico personaggio che ormai aveva assunto le caratteristiche di un trickster da romanzo d’appendice, si riteneva celarsi dietro ogni crimine ed atto nefando. Mentre babbi di Natale di colore popolavano le vie del centro elemosinando fuori dall’uscita dei negozi centesimi alle signore chic della Capitale.
Appartato dal rumore del mondo, nella sua casa da squattrinato impiegato delle poste se ne stava Alfredo Giurlani, scapolo impenitente con l’hobby della fotografia, attendendo le imminenti ferie natalizie, durante le quali avrebbe dato sfogo alla sua grande passione. Quella mattina s’era svegliato di soppiatto al primo squillo della sveglia, invero, non era riuscito a chiudere occhio rimuginando su quell’immagine del globo terrestre sospeso nel vuoto che aveva visto in tv. Una scena che non riusciva bene a comprendere, anche perché non era riuscito a sentire il commento che se ne faceva.
“Ma come”, si chiedeva, “ci deve pur essere un punto d’appoggio per quella enorme palla: il mappamondo che ho in sala è composto giustappunto da una palla sorretta da un piedistallo: non sia mai che quell’enorme, spropositata sfera vaghi tutta sola in quello spazio oscuro, ma no ma non può essere, ma dai”….pensava, quando gli sovvenne dai cassetti impolverati della memoria la nozione appresa di quella legge…”come si chiama?…la Legge di Gravità“, scoperta da quel Sir inglese del ‘600 di cui ricordava persino il nome: “Isaac Newton”…già, proprio lui. Quindi tutto risolto, quella palla non era dispersa nel vuoto cosmico, bensì c’era una legge che provvedeva al suo star lì.
“Ah”, tirò un sospiro di sollievo. La cosa però durò poco…”eh ma da chi è retta quella legge che presiede al moto di quella sfera? Ci dev’essere qualcuno che presiede alla cosa, un po’ come un autista per la circolare…insomma, che diamine…e poi qualcuno doveva aver messo quella palla in quel posto”…così s’avviluppavano i pensieri, quando si ricordò di quella importante spedizione, e poi della lettera che la signora Rosa del piano di sotto gli aveva dato da inviare al Ministro della pubblica istruzione per quel figlio suo, professore di matematica.
Sceso di buon mattino si ritrovò con la sua utilitaria per le strade del centro, imbottigliato come al solito. Finalmente giunto in posta, si tolse il suo bravo giacchettino che depose sull’uomomorto, poi bello e pacifico cominciò ad espletare le sue mansioni, sbrigò la faccenda della signora Rosa, poi la spedizione importante che aveva da compiere, ed altre commissioni. Quand’eccolo pronto per la pausa caffè. Ecco rifarglisi innanzi di nuovo pensieri riguardanti quella palla spaziale. Dove eravamo rimasti…”ah ecco”…”chissà che pianeta abbandonato da Dio dev’essere quello lì, e poi che paura per quegli abitanti persi così nel vuoto”, sì va bene la Legge di Gravità, ma chi l’ha stabilita quella legge…quei poverini sono soli, sperduti in quel deserto spaventoso, e ruotano perennemente attorno a quella gigantesca palla di fuoco…”mio Dio…devo assolutamente informarmi, e sapere di che pianeta si tratta, consulterò Internet, no ma già, l’abbonamento per questo mese è scaduto, maledetto me che non ho voluto abbonarmi a quella ditta che mi offriva collegamento 24 ore su 24 a quella modica cifra”.
Si decise così a recarsi in libreria, lì avrebbe trovato senz’altro qualcosa che parlasse di questo singolare “pianeta disperso”. Entra sommessamente in quello che gli sembrava un luogo a metà tra una chiesa e un negozio di scarpe, saluta la cassiera e poi si appresta a trovare la sezione che faceva al caso suo…già, no, non sapeva nemmeno da che parte cominciare…che branca dello scibile umano si occupava di ciò che cercava? Ritorna dalla cassiera. «Senta scusi cerco qualcosa che tratta di pianeti dispersi nello spazio, insomma di sfere vaganti, già ecco di astrogonìa», «Astronomia vorrà dire»…«Faccia lei»…«Ecco lì guardi dopo la sezione letteratura, ecco la sezione scienza c’è la sottosezione astronomia, è quello che fa per lei». Si diresse soddisfatto verso la zona indicatagli. Oh che bello, vediamo, sì, astronomia. Lo attrasse un libro che ritraeva un’immagine molto simile a quella vista in TV, “ah ecco, questo dev’essere senz’altro il pianeta sperduto”…aprì il libro e con fare lesto s’apprestò ad una rapida lettura dell’indice. Ecco il capitolo riguardante la Legge di Gravità:
“La legge di gravitazione universale afferma che due punti materiali si attraggono con una forza di intensità direttamente proporzionale al prodotto delle masse dei singoli corpi e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza. Questa legge, espressa vettorialmente, diventa:
No, troppo complicate queste formule, ecco qui c’è dello scritto comprensibile:
“Newton capì che la stessa forza che causa la caduta di una mela sulla Terra mantiene i pianeti in orbita attorno al Sole, e la Luna attorno alla Terra. Nel libro “Philosophiae Naturalis Principia Mathematica”, del 1687, egli enunciò la legge di gravitazione universale, che dimostrò con il “metodo delle flussioni”, un procedimento analogo alla derivazione.”
Ma no, ecco ciò che fa al caso mio:
“Tutti i Pianeti ruotano intorno al Sole descrivendo delle ellissi di cui il Sole…la Terra è un pianeta del sistema solare e gira intorno al Sole…”
Ecco una immagine del sole. Poi una immagine della terra che pareva un puntino impercettibile in una marea nera con tanti lumicini infuocati. Poi una immagine di una gigantesca palla di fuoco, con didascalia: “Il Sole è una stella…”
Fece mente locale…”Oh mio Dio, ma quel pianeta disperso era proprio il pianeta Terra”…un vuoto lo colse allo stomaco…dove si trovava…all’improvviso la realtà che aveva innanzi scomparve alla sua vista, si vide proiettato nell’immensità del vuoto cosmico, sospeso su quella palla…sbiancò…cominciò a sudare freddo…”Mio Dio…è allucinante”…Una commessa gli si fece vicino chiedendogli se si sentisse bene…”tutto apposto” gli rispose, poi svenne…
Giusto cielo, che effetto fa il primo approccio serio all’astronomia!