Mentre l’Italia confermava con un altro 2-0 rifilato alla Lituania il suo status attuale di nazionale con grinta, tenacia e cinismo, in Germania accadeva qualcosa di estremamente inaspettato.
I teutonici, forti del loro prestigio e della loro potenza offensiva sono scesi in campo contro la modesta Macedonia, facendo subito la voce grossa. I primi trentacinque minuti sono di puro trotto, in cui la facilità ad andare al tiro viene dilapidata da errori grossolani sotto porta, come se non ci fosse la giusta determinazione o considerazione dell’avversario. Il canovaccio però cambia quando Ter Stegen è chiamato ad un intervento di puro istinto agli sgoccioli del primo tempo: psicologicamente la Macedonia capisce di poter far male e la Germania un po’ si addormenta.
Ecco che mossi da un ardore alessandrino, i macedoni riescono ad infliggere il colpo dell’1-0 con l’eterno Pandev, in pieno recupero. Tutto regolare e dormita generale. La partita finisce lì, perché la Germania è troppo boriosa per sentirsi mettere in discussione da un avversario di sì fatta e pensa che già solo per il suo nome debba poter vincere, quindi non fa niente per cambiare il corso degli eventi. È un rigore che capita quasi per caso, grazie all’ennesimo guizzo di uno dei talenti più puri dei tedeschi, Sané, a riaprire la partita. Gundogan si presenta sul dischetto e con la garanzia del tiro centrale e potente sigla l’1-1.
Così, in una notte qualsiasi di marzo, la Macedonia ha stravolto i favori del pronostico e definisce ancora una volta di più, che il calcio, per quanto si cerchi di metodicizzarlo e scientificizzarlo, è un gioco, in cui troppe componenti aleatorie subentrano ed in cui un underdog può sempre vincere contro squadre più quotate (e la FA cup ce lo insegna da anni).
Il girone di qualificazione ai mondiali di Qatar 2022 ci dice, incredibilmente, Armenia prima con 9 punti, Germania terza con 6, scavalcata dall’indomabile Macedonia degli italiani (6 punti anche per loro). Chissà se dopo Alessandro Magno, la terra macedone non possa essere nuovamente al centro del mondo, anche se questa volta per motivi ben diversi. Solo il campo ce lo saprà dire.