La Macedonia dell’immortale Goran Pandev sconfigge la grande Germania

Impresa storica della nazionale balcanica a Duisburg. Intanto l'Italia di Mancini supera anche la Lituania e allunga la sua striscia positiva

(immagine da pag. fb Federazione Calcio Macedonia)

Mentre l’Italia confermava con un altro 2-0 rifilato alla Lituania il suo status attuale di nazionale con grinta, tenacia e cinismo, in Germania accadeva qualcosa di estremamente inaspettato.

I teutonici, forti del loro prestigio e della loro potenza offensiva sono scesi in campo contro la modesta Macedonia, facendo subito la voce grossa. I primi trentacinque minuti sono di puro trotto, in cui la facilità ad andare al tiro viene dilapidata da errori grossolani sotto porta, come se non ci fosse la giusta determinazione o considerazione dell’avversario. Il canovaccio però cambia quando Ter Stegen è chiamato ad un intervento di puro istinto agli sgoccioli del primo tempo: psicologicamente la Macedonia capisce di poter far male e la Germania un po’ si addormenta.

Ecco che mossi da un ardore alessandrino, i macedoni riescono ad infliggere il colpo dell’1-0 con l’eterno Pandev, in pieno recupero. Tutto regolare e dormita generale. La partita finisce lì, perché la Germania è troppo boriosa per sentirsi mettere in discussione da un avversario di sì fatta e pensa che già solo per il suo nome debba poter vincere, quindi non fa niente per cambiare il corso degli eventi. È un rigore che capita quasi per caso, grazie all’ennesimo guizzo di uno dei talenti più puri dei tedeschi, Sané, a riaprire la partita. Gundogan si presenta sul dischetto e con la garanzia del tiro centrale e potente sigla l’1-1.

Una partita timida e indolente continua per gli altri 20 minuti di gioco, circa, quando sembra esserci la tanto attesa svolta. Il fu Bomber Timo Werner, a porta spalancata e senza pressione scialacqua il 2-1… “Ma non è vero, questo è un film” riecheggia in questa occasione in tono ironico nelle nostre orecchie, rivedendo l’errore incredibile dell’attaccante germanico. Per la solita regola non scritta del calcio “gol sbagliato-gol subito”, l’azione successiva vede Elmas, inserirsi in area di rigore e con un destro piazzato e deviato di prima intenzione, segna il definitivo 1-2. Non è Musiala a cambiare le sorti del match, anche perché inserito da Low per troppo poco tempo.

Così, in una notte qualsiasi di marzo, la Macedonia ha stravolto i favori del pronostico e definisce ancora una volta di più, che il calcio, per quanto si cerchi di metodicizzarlo e scientificizzarlo, è un gioco, in cui troppe componenti aleatorie subentrano ed in cui un underdog può sempre vincere contro squadre più quotate (e la FA cup ce lo insegna da anni).

Il girone di qualificazione ai mondiali di Qatar 2022 ci dice, incredibilmente, Armenia prima con 9 punti, Germania terza con 6, scavalcata dall’indomabile Macedonia degli italiani (6 punti anche per loro). Chissà se dopo Alessandro Magno, la terra macedone non possa essere nuovamente al centro del mondo, anche se questa volta per motivi ben diversi. Solo il campo ce lo saprà dire.

 

 

 

Stefano Coropulis

Stefano Coropulis su Barbadillo.it

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