Stramaledetto Jünger
E se buona parte della colpa l’avesse Ernst Jünger? Cosa sappiamo in fondo dei Tedeschi se non che furono da sempre i migliori interpreti del contesto? Grandissimi liberali nel liberalismo, romanticissimi nel romanticismo; nazisti ai tempi del darwinismo, roba da far impallidire anche il materialismo degli Inglesi. Dal ’45 in poi, ordoliberisti. Insomma date una regola del gioco ad un Tedesco e ne farà il suo stile di vita. Di sé stessi non lasceranno mai nulla, se non l’ossessione per il vuoto della loro Forma. Incivili ab origine.
L’arcitedesco
Fu dunque Jünger l’arcitedesco? Eroe di guerra, ai tempi della Grande Guerra; nazional-bolscevico ai tempi dell’irrequietezza liberale; pacifista ai tempi della Pace; libertario ai tempi della libertà, infine, coi buoi scappati dal recinto sulla strada “beat”, persino Anarca. Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, la giovane Destra italiana orfana del senso della Storia, scopre Ernst. Cominciano i convegni e una visione hic et nunc: Cacciari approva. Fu allora che ci “negrizzammo” un poco tutti? Il termine non è razzista, ma corre incontro al paraculismo filosofico alla Toni Negri. Lasciar correre, farsi andare bene tutto, non opporsi, imbellettando di intellettualismo il punto.
Il problema della Tecnica
Una nota pubblicità di un’auto germanica osserva: “All’avanguardia della Tecnica.” Non avendo Forma, il Tedesco ha più di tutti ragionato sulla Tecnica. Lo ha fatto a tal punto da oggettivizzarla. Qui nasce il dramma del lettore jungeriano che, a ridosso dei processi di globalizzazione, scambiando il fonoforo di Eumeswill con il proprio cellulare, comincia a credere a quel sottofondo ottimistico dell’era dell’Acquario: nuovi Dei e nuovi Titani scaturiranno dalla nuova Grande Madre, la Tecnica appunto con la t maiuscola. Ma davvero sarebbe bastato un pc, un palmare sempre connesso, e una grande dose di cinismo per cavalcare la tigre dell’organizzazione?
Lo Stato Mondiale
Oltre allo smartphone Jünger prevede appunto lo Stato Mondiale. Niente da dire. Il vecchietto meritava di essere letto, giusto? E sì, la legge dell’organizzazione s’innesta sullo sviluppo tecnologico per irrompere nella metastoria uccidendo l’Eroe, il Padre, e la Fede: api di vetro creeranno un maestoso e civilissimo alveare. Ma davvero sta andando così? L’acuto osservatore del mondo animale avrebbe dovuto notare quelle differenze gerarchiche insite nella Natura e nella Provvidenza. Disprezzeremmo un alveare ben pulito, il suo divino esagono, se la nostra prospettiva fosse quella del porcile? Perché scegliere la nobiltà del formicaio, quando persino un gigantesco macello di maiali potrebbe essere gestito in smartworking?
Sta qui l’arroganza tutta tedesca dell’Anarca: l’aver servilmente contribuito letterariamente a far passare per un asettico tempio della Forma Globale, un pantano tecnologicamente avanzato ma ricolmo di melma e fango. Il tedesco resta in fondo, il più utile degli idioti: l’archetipo del Protestante.
Cristo come Baldur
Se dunque in Europa non esiste più nulla di elevato e di Universale lo si deve soprattutto a questa capacità di servitù che il Tedesco ha saputo imporre al nostro approccio nei confronti della Vita; se Cristo non scalda più i cuori, morto e risorto quanto l’antico Baldur, ma non più vivo fra noi, non ci si accanisca più del necessario contro il gesuita argentino. Già a Ratisbona, il Papa che oggi i santi della destra rivorrebbero, guarda caso un Tedesco, aveva confermato quell’annichilimento spirituale che Pietrangelo Buttafuoco più volte ha saputo poeticamente sottolineare: ma come si può pensare di salvare e ridare vita ad un dio, quello cristiano-giudaico, se ad esso si devono per sempre legare i valori positivisti dell’Umanità? Le radici cristiano-giudaiche sono radici tollerate solo se prerogativa di quel mondo senza Dio che ha negli atei- devoti del liberismo i nuovi campioni del fariseismo globale.
Esiste ancora una Forma?
E dunque, non esiste forma alternativa? Di certo lo Stato Mondiale sarà terreno di battaglia e non una Età dell’Oro 4.0, né un nuovo medioevo paleo-libertario fatto di ponti digitali ad alta intensità. Sarà una battaglia lunga e dura per l’Organizzazione fra Bene e Male, fra Sacrificio e Ignavia. Fra l’Ape e il Porco. Basta, d’altronde, leggere le biografie di Xi Jinping o del martire sciita Soleimani (di cui in questi giorni cade l’anniversario della morte) e paragonarle ai nostri capi occidentali, per capire come in altri modi, una Forma, una Civiltà Universale, continui a reclamare il proprio incerto futuro.
Sempre eccezionale Petrella, fra i pochi ad avere idee coraggiose ed a saperle anche provocatoriamente spiegare ed attualizzare… Sulla tecnica anche un altro tipico tedesco amico di Junger ha detto qualcosina, Heidegger… Per il resto concordo pienamente con Petrella su tutto e condivido anche la chiosa finale, alla fine la Forma e le grandi Civiltà emergeranno da questa porcilaia del grande reset tecno-sanitario…
Un saluto ed un augurio di buon anno alla Redazione ed a tutti i lettori di Barbadillo, un saluto in particolare a Tullio Zolia, Vendetta di Catilina, Felice, Wolf, Werner, Paleolibertario, Gallarò ,Valter Ameglio e Fernando … Ad Maiora!
Saluti a tutti e … grazie, Stefano!
Grazie Stefano, ricambio con stima.
Caro Stefano contraccambio di cuore: Un ideale abbraccio.
Stefano auguro anch’io che il nuovo anno ti serba un sacco di cose belle, te le meriti…Grazie..
Grazie Stefano. Un saluto a tutti, i vostri commenti mi hanno arricchito. (Era molto tempo che non intervenivo nel blog).