Ieri sera c’è stato un uomo che ce ne ha insegnato, una volta di più, il significato. Sinisa Mihajlovic, alle prese con la madre di tutte le sue battaglie personali – quella contro la leucemia -, è voluto scendere in panchina a guidare i suoi ragazzi del Bologna. Che la partita sia finita in parità, con una prova di cuore dei rossoblù che hanno finito la gara in dieci uomini, conta poco. La verità è che Mihajlovic, in un mondo cartonato e finto, dove gli eroi si costruiscono sul marketing e si gettano al primo rigore sbagliato, ha restituito umanità al pallone e dignità allo sport.
Grazie, Sinisa.