Calcio. Dall’entusiasmo alla contestazione, l’estate (ancora lunga!) di De Laurentiis

Forse aveva ragione quando, di sé e di Cavani, disse che il vero top player del Napoli sarebbe stato lui. Aurelio De Laurentiis è il protagonista di un’estate amara. Che dalle impennate di entusiasmo iniziale sta scadendo in una (apertissima) contestazione dei tifosi.

Ma andiamo per gradi, ché la questione è interessante. Tutto è cominciato quando il Napoli ha ufficializzato le indiscrezioni che s’affastellavano sui giornali sportivi. Sì, Carlo Ancelotti è il nuovo allenatore del Napoli. Sarri, solito musone, grazie di tutto. Non poteva sostituirlo con altri, l’idolo dei tifosi che ha portato gli azzurri ad accarezzare il sogno scudetto.

L’arrivo dell’ex tecnico di Juve, Milan, Chelsea, Bayern, Real rappresenta senza alcun dubbio la voglia di un cambio di passo. Prima ancora che in campo, nella mentalità. Manco a dirlo, i tifosi hanno prenotato le loro vacanze estive a Dimaro, a seguire le vicende del ritiro azzurro, a farsi firmare magliette con la pantera, a scattare foto e rubare video (quando possibile) dal campo d’allenamento. In attesa del mercato che, con l’antipasto del mister, si annunciava fresco e sostanzioso.

È poi accaduto l’incredibile. La Juventus ha ufficializzato le indiscrezioni che si affastellavano sui giornali e ha annunciato l’ingaggio del marziano che risponde al nome di Cristiano Ronaldo. A quel punto, tutto l’entusiasmo che si respirava a Napoli è passato in seconda fila. Perché tutti, anche noi, per carità, abbiamo salutato l’arrivo in Italia di CR7 innalzando alte le speranze di un nuovo ciclo, stavolta vincente e meno provinciale, del futbol italiano.

Quello della Juve, prima ancora che un colpo di mercato, è stato un assalto psicologico all’ambiente degli avversari. O, almeno, come tale s’è mostrato. Hanno iniziato a parlare di Cavani, e DeLa ha smentito. S’è parlato di Benzema, e il presidente l’ha chiamato vecchio, beccandosi la reprimenda sdegnata del centravanti madridista. S’è parlato di Di Maria e pare, questa, l’unica pista che sia rimasta in piedi.

Di certo, però, c’è che salta anche Sabaly (che con tutto il rispetto dovutogli non è certo nome che spinge orde di tifosi allo stadio) e che la società azzurra s’è messa in coda per Darmian (in uscita dallo United, dove Mou non lo vede manco col binocolo). Nel mezzo, però, c’è stata la telenovela legata a Sarri il cui approdo a Londra ha rischiato di saltare per lungaggini burocratiche. Uno scontro su cui il tecnico toscano, notoriamente poco propenso al politicamente corretto, ha glissato: “Non chiedetemi più di De Laurentiis”. Che all’ormai ex santone di Castelvolturno ha rivolto parole durissime, su cui torna ciclicamente: “Cercava una pensione d’oro”. Anche se, detto sottovoce, non si capisce perché i presidenti delle squadre possano, legittimamente, ambire ad ampliare incassi e fatturato mentre allenatori e calciatori, se solo ambiscono a un ritocco, rischiano di finire additati a mercenari. Ma questa è un’altra storia che a breve affronteremo, promesso.

E come se non bastasse, ecco la contestazione degli ultras che, nel fine settimana scorso, hanno tappezzato tutta Napoli di striscioni d’accusa nei confronti del produttore.

L’estate è ancora lunga e tra un selfie e l’altro (magari con il cardinal Sepe), a De Laurentiis spetterà un compito improbo: non dissipare l’entusiasmo ritrovato e già a rischio di una piazza che vuole solo vincere.

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