Il 16imo congresso del Front National, tenuto a Lille, ha confermato alla presidenza Marine Le Pen per la terza volta e ha proposto un nuovo nome per il partito: Rassemblement National (Unione Nazionale, ndr). L’opzione segna una rottura con il passato e indica la volontà della destra patriottica francese di dare vita ad alleanze contro la tecnosinistra di Emmanuel Macron.
Referendum tra gli iscritti sul nuovo nome
Il nuovo nome verrà sottoposto ai militanti attraverso una votazione, anche se ci sono pochi dubbi sull’attuazione della proposta. La fiamma rimarrà nel logo del Front National. In un questionario inviato agli iscritti del partito lo scorso autunno, il 52 per cento dei militanti si è detto favorevole a questo cambiamento.
Alleanze
I repubblicani, ex gollsti, però non accolgono la proposta di alleanza formulata da Marine Le Pen e si pongono come riferimento di liberali e conservatori, condannando la Francia a governi delle sinistre mondialiste. Per la mancanza di visione nel fare sintesi tra le culture delle destre.
Le critiche del fondatore Jean-Marie Le Pen
Il Menhir, Jean-Marie Le Pen, fondatore del partito e padre di Marine, ha scomunicato il nuovo percorso politico: “Sa, qualcuno in Italia ha avuto l’approccio della signora LePen e si chiamava Fini, finito prima al 3 per cento e poi allo 0,3 per cento. Trovo disastroso che si abbandoni il nome di Front National. Le nostre “battaglie” ci hanno visto come un rompighiaccio nell’Artico. FN? E’ più di un nome, è un’anima, è una storia, è un passato. Il fatto che non si chiami più Front National è un vero assassinio politico”.
Poi su Steve Bannon: “Ho trovato abbastanza singolare che il movimento nazionale francese faccia il suo congresso sotto l’egida di un leader politico straniero. Lo trovo, anche questa volta, abbastanza pittoresco e abbastanza paradossale”.