La storia. Trent’anni di Fare Verde e le intuizioni di Paolo Colli

Il corteo a Montalto di Castro con gli striscione di Farve
Il corteo a Roma nel 1996 con gli striscione di Fare Verde

Nel 1990, dopo quattro anni di esperienza in Legambiente e nelle Liste verdi, cercavo un’associazione ambientalista che meglio rispecchiasse la mia visione del mondo organica e spiritualista. M’imbattei per caso in un lucido preciso pregnante articolo apparso sul Secolo d’Italia del 5 novembre 1990 nel quale si annunciava che Fare Verde (associazione ambientalista che era nata ufficialmente il 17 febbraio 1987 e aveva sede in Roma a via Sommacampagna, 29) aveva lanciato una petizione rivolta al Parlamento per introdurre il vuoto a rendere con cauzione per liquidi alimentari e vietare gli imballaggi in materiale non biodegradabile. Era la via maestra, tuttora disattesa dal legislatore, per risolvere il problema dei contenitori e degli imballaggi che costituiscono ben il 40% dei rifiuti solidi urbani. Presi contatto con Paolo Colli, che ne era il presidente, avviando anche a Bari la raccolta di firme con vari banchetti e fondai nel 1991 il gruppo barese di Fare Verde. Ripensavo a tutto questo leggendo nel libro di Adalberto Baldoni “Destra senza veli” (edizioni Fergen) il conciso e compendioso paragrafo dedicato a Fare Verde (pp. 398-402). Quest’anno ricorrono ben trent’anni dalla nascita di Fare Verde e non si contano le iniziative, le manifestazioni, i convegni, le proposte di legge (tra cui quella diventata legge sulla messa al bando dei cotton fioc non biodegradabili), di cui l’associazione è stata protagonista. E tutto questo è stato reso possibile dalla straordinaria intuizione che ebbe nel 1986 Paolo Colli e dalla comunità umana che egli seppe mettere assieme per vivere l’ambiente.

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Sandro Marano

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