Calcio. Lo spogliatoio non è una sala da tè, onore a Eziolino Capuano

Eziolino Capuano in versione Jack Torrance (da Rompipallone Fb)
Eziolino Capuano in versione Jack Torrance (da Rompipallone Fb)

Eziolino Capuano è un impulsivo. Come già notò qualcuno, l’allenatore salernitano è la rappresentazione più vera di ciò che sarebbe ciascuno di noi su una panchina di calcio. Appassionato e preparato, parla in maniera elegante e poi improvvisamente, appena gli girano. vira sul trappano. È un personaggio che il calcio nazionale ha scoperto solo ora, dopo anni e anni passati a rimuginare, masticare amaro, bestemmiare e gioire sui campi di pallone dal sud fino al Belgio, e ritorno.

In quel “V’aggia scannà” si nasconde tutta la passione visionaria di un uomo a cui hanno fatto solo annusare il sogno che nel suo caso si ripresentava, puntualmente ogni estate prima dell’avvento di Lotito, sotto le mentite spoglie della panchina della “sua” Salernitana. Però la notizia non può essere lui o, almeno, non può essere soltanto lui.

Perchè quello che è successo ad Arezzo rappresenta un rovesciamento di valori che in altri tempi sarebbe stato punito con la fucilazione, altro che Tapiri. Capuano è stato tradito nel segreto massimo, quello dello spogliatoio. Tutto ciò che accadeva tra asciugamani, borsoni e docce calde era – come da migliore tradizione pallonara e a tutte le latitudini – un mistero insondabile, inconoscibile se non agli stessi protagonisti. Certo, qualcosa sempre trapelava ma un audio registrato e lanciato in pasto al popolo del web non s’era mai visto. Manco fosse una serata al bar.

O forse sì, da quando le paytv hanno esorcizzato la sacralità dello spogliatoio. E, per di più, utilizzando le immagini esclusive dagli spogliatoi come leva commerciale per cui scegliere l’offerta dell’uno anzichè quella della concorrenza. Tutto cominciò con il reality Campioni, con Ciccio Graziani che, allenatore costretto a condividere la formazione con il televoto delle ragazzine, consigliava ai suoi bolsi eroi di simulare falli in area di rigore e menar calci nello sconcerto della bellissima e rampante Ilaria D’Amico che già pregustava i biscottini del buon calcio da sala da té.

Ecco, per condividere gli spogliatoi con il pubblico occorre essere gente di spettacolo prima che di sport. Capuano, che pure di spettacolo ne fa tanto, è e rimane sempre un uomo di sport. Più vicino a Canà che a Liedholm, senza dubbio. Perchè il calcio è questione di bestie, uomini e dèi. Gli dèi saranno irraggiungibili, le bestie venderanno le partite, gli uomini perdono la pazienza.

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Lev Jascin

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