Calcioscommesse, Ventura e Alice nel Paese delle Meraviglie

Che Dio mi stramaledica, come fa abitualmente con gli inglesi, se dovessi un giorno parlar male di Giampiero Ventura, che oltre ad essere valido allenatore, persona gradevole e di buone letture, bon vivant e vecchio bucaniere del calcio italico, casualmente è pure al comando della mia squadra del cuore.
Però le sue recenti uscite sulle brutte vicende del calcioscommesse, prima sui giornali e poi direttamente negli uffici della Procura di Cremona, mi hanno lasciato l’amaro in bocca come un whisky di contrabbando prodotto in Bulgaria. Okay, ai tempi del Bari lui faceva l’allenatore e non il questurino. Ma affermare di non aver mai visto nulla di strano, quando emergono prove ogni giorno più schiaccianti a carico degli scommettitori che un paio d’anni fa giocavano nelle fila dei galletti baresi, ricorda un po’ troppo le brutte abitudini di tanti altri mister italioti. Che non vedevano cumuli di pillole colorate e fleboclisi sospette negli spogliatoi di una certa squadra con la divisa bianca e nera; oppure, molti anni prima, strane “bombe” circolare nelle sale mediche di uno stadio in riva all’Arno. Con i funebri risultati che conosciamo.

«Si parla del Bari dalla settimana dopo che sono andato via dalla Puglia. Quella è una realtà che non conosco. In passato ho allenato anche Flachi e Bachini (squalificati per uso di cocaina n.d.r.), che poi sono stati squalificati: sinceramente non saprei che dire»: si è tirato fuori così dalla querelle Ventura, in una intervista su un quotidiano.

Mister, ci faccia una cortesia: va bene pensare agli schemi, 4-2-4 oppure 4-3-3, ma se per caso, sollevando gli occhi dalla lavagna, in futuro dovesse imbattersi in qualche strano comportamento anche all’Olimpico di Torino, non torni subito a occuparsi della palla che “frulla” e delle punte che non segnano abbastanza. Provi prendere a pedate gli eventuali scommettitori o dopati. E poi ci riporti subito in serie A.

George Best

George Best su Barbadillo.it

Exit mobile version