Dopo aver dato il benvenuto ad un concittadino a dir poco inaspettato, niente poco di meno che il terrificante Conte Dracula, i napoletani ora potrebbero ritrovarsi a gironzolare per le strade della città un altro révénant: monsieur Marouane Fellaini, talento inespresso del Manchester United.
Oltre i soliti boriosi luoghi comuni, Napoli è sempre stata una città misteriosa. Piena zeppa di enigmi, segreti e leggende. Theophile Gautier ne rimase talmente affascinato da scrivere un vero e proprio tributo ai miti locali, il racconto “Jettatura” che ha regalato alla letteratura europea la grottesca scena del duello in cui il protagonista accetta di essere bendato per non poter disporre dell’inusitato vantaggio di poter far del male al suo rivale solo con la potenza del suo mefistofelico sguardo. Il romanticismo gotico inglese, proprio a Napoli, ambientò uno dei suoi più riusciti best-seller: Il confessionale dei Penitenti Neri di Ann Radcliffe. Fantasmi, suore folli, popoli misteriosi, munacielli, alchimisti. Persino Benedetto Croce dedicò un libro alle leggende partenopee. Napoli – sotto la scorza passatista di sole, pizza e mandolino – nasconde un’anima nera, gotica, misteriosissima. Ed ospita una grossa comunità di entità che vanno al di là dei limiti e della conoscenza di noi poveri mortali.
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Il gigante belga
Belga, grande, grosso. Capellone. Esorcizzato, a Manchester sponda United da un’annata disastrosa e da Louis Van Helsing-Van Gaal che si sta disperando per trovargli una sistemazione lontana dall’Old Trafford. Il Napoli s’è mosso ed ha spedito in avanscoperta lo stregone Bigon, quello che l’anno scorso s’è inventato i colpi Callejon e Mertens quando nessuno ci credeva. Fellaini spera di invertire quel maledetto adagio che risuona ormai dai tempi in cui la moda più chic dell’Europa del Nord si chiamava Grand Tour. “Vedi Napoli e poi muori”. L’ex Everton spera invece di risorgere. Quantomeno di prendere vita abbastanza per tornare a menar randellate e a costruire geometrie in mezzo al campo. Ha passato un campionato intero praticamente inerte. Come un cumulo di argilla grezza. Ora il Golem vuol tornare a far paura sempreché Rabbi Benitez abbia voglia, tempo e capacità per rianimare il lungagnone belga. Ed è pure possibile che accada dato che diverse storie locali attestano la presenza di un Golem nella vicina Benevento. Non vorrà certo venir meno, El Caballero di Castelvolturno, alla vocazione soprannaturale della città. Rimesso a nuovo, il Golem Fellaini sarebbe l’arma in più da scagliare a piacimento contro i nemici e gli avversari del Napoli, contro la corazzata giallorossa della Roma, contro la Juventus ancora posseduta dallo spettro di Antonio Conte, contro l’Inter del capitano di ventura Walter Mazzarri, contro il Milan dilaniato dai diavoli delle diatribe interne.
Per adesso, qualcuno potrebbe affermare che Fellaini sembra assomigliare più al mostro di Frankenstein. Sopracciglia marcate e fisico statuario peggio di “palo ‘e fierro” Peppe Bruscolotti, nasone prorompente e visino da indio che lo fa rassomigliare, seppur alla lontana, al mitico Nando De Napoli, capelli afro come el Dios Diego Armando Maradona. La musicalità del suo stesso nome che richiama lo storico presidente. Fellaini-Ferlaino. Per alcuni, questo, non è di buon auspicio. Chissà se sarà sufficiente la scarica elettrica del San Paolo per ridar vita al Golem che fu re all’Everton…