Calcio. La furia di Conte e il rigore negato. L’arbitro Marco Guida, novello Celestino V?

“Quello che non accetto è un arbitro che mi dice che non se l’è sentita di dare il rigore”: ogni domenica nel calcio italiano ci sono decine di penalty non assegnati. Stavolta a far rumore non è solo la punizione dagli undici metri negata alla Juventus, ma la reazione dell’allenatore salentino Antonio Conte nei confronti del direttore di gara marco Guida. Del quale non accetta la mancanza di coraggio, l’incapacità di affrontare le incombenze del ruolo di giacchetta nera (o gialla, come per le nuove divise).
“Non c’è nulla da spiegare o chiarire – ha argomentato a caldo Conte – tutti hanno visto cosa è successo, pure un cieco avrebbe visto. Il rigore è sacrosanto e posso accettare un errore, ma non ciò che mi ha detto Guida. L’arbitro di porta gli aveva segnalato il rigore, ma lui mi ha detto che non se l’è sentita di darcelo. Questo non è calcio. Se io ascolto determinate cose, vergogna è il minimo che io possa dire”.
Insomma Conte non perdona a Guida di essere privo della necessaria determinazione per scegliere davanti al bivio imposto dalla sua funzione: decretare il rigore o negarlo. Tertium non datur. Il rischio è diventare la versione pallonara di Celestino V… Tutti gli arbitri possono sbagliare. Ma che almeno ci mettano la faccia (o il proprio fischietto).

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Michele De Feudis

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