Il Celtic stende i giganti del Barça: dalla magia del calcio il riscatto dell’orgoglio celtico

Si saltellava, ieri, sugli spalti del Celtic Park. I ragazzi cerchiati di verde hanno battuto i colossi del calcio internazionale ed hanno scritto una pagina storica per lo sport scozzese – e irlandese.
Migliaia, e migliaia, di ‘bhoys’ al secondo gol di Tony Watt hanno brindato in nome dell’orgoglio celtico: whiskey e birra hanno innaffiato una notte che nessuno potrà mai dimenticare, la notte in cui undici Braveheart hanno sconfitto l’esercito più forte sul terreno verde. Hanno brindato nella Glasgow cattolica, di sicuro; hanno esultato, ebbri di gioia, a West Belfast e a Derry, dove tifare Celtic significa far parte di una comunità che non ha mai smesso di coltivare i suoi sogni.
Il Celtic di Glasgow, fondato nel 1888, proprio in questa settimana ha festeggiato i suoi 125 anni di storia e, a ben dire, quei ragazzi hanno potuto festeggiare alla grande. Per oltre un secolo di storia, la squadra cattolica di Glasgow ha rappresentato, nell’imperiale Regno Unito, i migranti irlandesi, i loro figli e i loro nipoti; nessuna generazione di Irish ha mai abbandonato la nave bianco-verde del Celtic e tutti, almeno una volta, han fatto le scale del Celtic Park: un vero gioiello per il calcio moderno, un tempio dello sport che neanche l’imbattibile Barça ha potuto espugnare.
Quelle scale, che raccontano ‘Il Football’, hanno accompagnato i Celt sugli spalti che si affacciano su un terreno verde come solo in Scozia – e Irlanda – può essere: prima dell’inizio della gara, dalla gradinata si immaginano le storiche battaglie settimanali, i gol e le esultanze. Si guarda e si pensa che, in fondo, il calcio non è, affatto, “una palla che rotola”, ma sentimento e partecipazione; è evasione, sogno e magia perché il Celtic Glasgow “non camminerà mai solo” e su questo ci scommettono tutti.

Michele Chicco

Michele Chicco su Barbadillo.it

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