
Da Berlino – Donald Trump si arrabbia (o finge di farlo), perché gli americani comprano Porsche e Ferrari, e anche Fiat 500, mentre gli europei non comprano Cadillac e Mustang, difficili da guidare nei vicoli di Roma o di Genova, e divorano benzina come aerei. Eppure, negli anni ’50, quando Trump va alle elementari, e pure nei ’60, in piena guerra fredda, nel Texas o in California girano vetture importate dalla Germania comunista. Lo rievoca un lungo, nostalgico articolo della Frankfurter Allgemeine am Sonntag, supplemento domenicale del quotidiano conservatore.
Contro l’Afd tutto vale
Si avvicinano le elezioni del 23 febbraio. Nei sondaggi l’Afd rimane saldo al secondo posto, ma è al primo nelle regioni dell’est. Perciò continuano ad apparire in Germania articoli e servizi televisivi positivi sulla Ddr per blandire in extremis i tedeschi dell’est, che si sentono oppressi da Berlino, 35 anni dopo la caduta del Muro.
Ecco una sintesi di questa operazione nostalgia. Marzo 1958, Fiera di Lipsia, vetrina dei prodotti dell´Unione Sovietica e dei Paesi satelliti. Un imprenditore di New York, Boris Kotler, chiede al rappresentante della Automobilwerk Eisenach (marchio che prende nome dalla città della Turingia dove ha sede) di importare negli Usa la loro Wartburg.
Cugina grande della Trabant
Ebreo emigrato dalla Prussia Orientale, Kotler combina l´affare. La Ddr non è all’avanguardia. I tedeschi orientali, per acquistare un´auto, fanno code di una dozzina d’anni. La più nota e più economica Trabant, che solo dal 1957 è prodotta dalla Sachsenring, ha un motore a due tempi: va a miscela e sembra di plastica (in realtà è Durplast, un prodotto brevettato, poi comprato anche dai britannici).
Kotler sa che la Trabant in America non avrebbe mercato, ma la Wartburg sì: è un modello superiore, che in patria solo i funzionari della Nomenklatura possono comprare (mentre i dirigenti e i politici di Berlino Est comprano auto russe).
Prezzo? Come il Maggiolino
Nel maggio 1958 Kotler apre a Brooklyn una prima sede; in breve ne fonda una dozzina altrove, negli Usa. Intanto la Wartburg è esportata in 55 paesi. Tra il 1955 e il 1965 se ne vendono 113mila in Polonia e in Cecoslovacchia. Il resto va in Olanda, Gran Bretagna, Svizzera, Egitto, Etiopia, Uruguay, Sud Africa. Ne comprano anche i tedeschi dell´Ovest: negli anni ’60 passano la cortina di ferro 3200 Wartburg, al prezzo unitario di 8700 Deutsche Mark (quanto un maggiolino Volkswagen).
Kotler all´inizio ha problemi. La Wartburg non può essere proposta come Made in Ddr. Chi compra un´auto della Ddr pare un comunista (accade lo stesso in Italia, quando si compra una Skoda).
Made in Germany – East Germany
Le autorità di Berlino si oppongono che sia venduta come Made in Germany, come avviene per i normali prodotti dalla Germania al di là del muro. Alla fine si sceglie un compromesso: Made in Germany – East Germany. Gli americani chiedono modifiche per garantire maggiore sicurezza, i tedeschi sono lenti nelle consegne, così Kotler non ottiene il successo sperato. Negli Usa arrivano dunque appena 1215 Wartburg.
Ma per Berlino Est è un grande successo politico. La Ddr può competere con la Repubblica Federale e il regime promette che, entro dieci anni, avrebbe raggiungere e superare la Germania capitalista.