Sugli spalti, nonostante i prezzi stracciati, non c’era nessuno. Anzi, qualcuno sì. I soliti contestatori. Questa volta gli è andata male. Anche perché si sono dovuti sorbire, tra un impropero e l’altro, la punizione di assistere a una partita che, di sicuro, non è stata brillantissima. Le cronache dal deserto del Saint James raccontano che i centramericani ne hanno fatti subito due. Ma poi Roberto Mancini che, anche dopo la grande fuga verso l’Arabia Saudita ancora conta su tanti devoti amici in Italia, con geniale mossa di tattico acume, è passato al 4-3-3. Riuscendo a mandare in gol uno dei suoi. Poi, racconta chi c’era (almeno davanti a una tv o, alla peggio, di fronte a un sito d’Arabia tradotto con Google), l’entusiasmo dei sauditi (sic) si è infranto contro l’ultima rete costaricana all’89esimo.
È stata un’amichevole. E non fa male a nessuno. L’Arabian Sound suonerà, se mai lo farà, quando sarà il momento di farlo. Ma le premesse, per lo sceicco Mancini, sembrano cupe. Mai come quelle che ha lasciato a Coverciano e vorrebbero ghermire i sogni di Luciano Spalletti. Ma lui, splendido Aladino di Napoli che ha vissuto un paio d’anni e una vita al servizio del perfido (si fa per dire, eh) gran visir Jafar De Laurentiis, non può temere nessuno. Figuriamoci l’Azzurro Tenebra. Figuriamoci il pallido Gravina, o l’addomesticato pubblico italiano.
Qui abbiamo trovato gli highlights dell’incontro. Godeteveli, si fa per dire.