F1. Il coraggio della Red Bull spinge Verstappen al trionfo in Francia

Gli austriaci si assumono la responsabilità di “giocare” con le tattiche e lanciano l’olandese che riprende e scavalca Hamilton al penultimo giro. Notte fonda in casa Ferrari

Archiviato Baku, non le polemiche sulle pressioni degli pneumatici, la Formula 1 torna in pista sul circuito francese del Paul Ricard, situato a Le Castellet, nella Francia meridionale: un gradito ritorno, giacché anche questo evento era stato cancellato nel 2020.

Prima che i motori si accendano, c’è ancora il tempo per il comunicato ufficiale che annuncia il prolungamento del rapporto tra Ocon e l’Alpine fino al 2024.

 

Le prove libere

Sin dalle prime tornate è ancora confronto tra Red Bull e Mercedes: Bottas si prende le FP1 in 1’33”448,

Verstappen le FP2 e le FP3, rispettivamente in 1’32”872 e 1’31”300.

 

Le qualifiche

Nelle prove cronometrate non avvengono grossi stravolgimenti rispetto alla tendenza delle libere: Q1 a Verstappen (1’31”001), Q2 a Bottas (in 1’30”735) e nel Q3 è ancora una volta l’olandese della Red Bull a fare la voce grossa, migliorando il primo run (1’30”325) e prendendosi la quinta pole position della carriera in 1’29”990, davanti ad Hamilton (staccato di 258 millesimi), Bottas e Perez.

Concludono la Top 10, Sainz, Gasly, Lelcerc, Norris, Alondo e Ricciardo; 12° Vettel.

 

La gara

La domenica mattina arriva qualche goccia di pioggia a lavare la gomma che si era depositata nei giorni precedenti, anche se per la gara la carreggiata si è ormai asciugata.

Allo spegnimento dei semafori  Verstappen ha un buono spunto ma poi perde il posteriore nell’inserimento della prima curva, arriva lungo e si fa sfilare da Hamilton che si invola così al comando; proseguono per tutto il primo giro i confronti tra Alonso e Leclerc, così come tra i due della McLaren e con Vettel che al giro 2 si prende l’undicesima posizione ai danni di Ocon, passandolo all’esterno della chicane, mentre i primi quattro sembrano da subito voler fare il vuoto, creando presto un gran solco con Sainz quinto, capofila di un agguerrito gruppetto.

Preludio alla prima serie di cambi gomme è il doppio sorpasso dell’undicesimo giro di Ricciardo e Norris su Alonso, il quale due tornate dopo viene passato anche da Vettel per la decima posizione; le McLaren sembrano a loro agio e Ricciardo prosegue la propria risalita infilando Leclerc al giro 14, al termine del quale il ferrarista si ferma per le dure, riuscendo così a rimettersi l’australiano alle spalle quando questi si ferma (anche lui per le Hard) due giri dopo.

Bottas monte le dure al 17, come per altro fanno Sainz, Gasly che si riposizionano alle spalle di Leclerc e Ricciardo; il turno di Verstappen, in quel momento distanziato di poco meno di 3” dalla testa, arriva alla tornata successiva (cambio effettuato in 2”.3 che sommato all’attraversamento della corsia dei box fanno perdere all’olandese 29”.803), imitato dal capofila Hamilton al 19 (pit in 2”.2 e attraversamento totale della corsia in 30”.263): basta questa lievissima differenza, valorizzata dal gran giro di rientro, per consentire a Verstappen di risaltare davanti ad Hamilton, guadagnandosi la seconda posizione.

Dei primi quattro l’ultimo a “pittare” è proprio Sergio Perez, ritrovatosi in testa per il gioco delle fermate: il messicano effettua il cambio al giro 24, similmente farà Norris, aprendo di fatto le danze per una seconda sezione del Gran Premio contraddistinta da due competizioni in un’unica gara; la prima, che vede i vari Norris, Ricciardo (i due della McLaren certamente non lesinano sull’agonismo, posta anche la differente freschezza delle coperture e si scambiano posizione al giro 33, quando Norris si guadagna sul Mistral la settima posizione virtuale: è il 33° passaggio), Sainz, Leclerc, Alonso, cui si aggiungono le due Aston Martin (su una fermata unica, Stroll e Vettel fanno la sosta rispettivamente al giro 34 e al 36), confrontarsi e rimontare, scambiandosi a più riprese le posizioni, dalla quale però presto si sfila la Ferrari che cede ancora una volta sul consumo della mescola, che genera il crollo di Sainz, che uscirà fuori dalla zona punti.

Peggio ancora va a Leclerc, anche lui in netta difficoltà (“mangiamo queste gomme troppo velocemente”, chioserà laconicamente il monegasco al termine della domenica), costretto al giro 38 ad una seconda fermata che lo farà sprofondare in classifica.

Davanti invece, a fronte dei “corpo a corpo” a cavallo della zona punti, la sfida si tramuta in un confronto di logoramento, basato sulla tattica: memori di Barcellona, in Red Bull si assumono il rischio di fare un pit stop in più, richiamando Verstappen al 32° passaggio per le medie; ripresa la pista in quarta posizione, il 33 viene subito lasciato sfilare dal compagno Perez (giro 35), per gettarsi a capofitto alla rincorsa dei battistrada Hamilton e Bottas, riagganciato il 77 in una decina di passaggi, inducendolo in seguito all’errore nell’impostazione della chicane, per poi passarlo (quando mancano nove passaggi alla fine) nell’incrocio successivo di traiettorie e lasciando il finlandese, senza praticamente più mescola, nelle grinfie di Perez.

È a sei tornate dall’arrivo però, che Verstappen rompe definitivamente gli indugi e si mette sulle tracce di Hamilton, mentre Perez al 49 si prende il podio virtuale sopravanzando Bottas all’esterno della Signes, avendone scalfito una prima difesa opposta alla precedente variante; poco dopo, l’affondo portato da Stroll su Sainz (che già aveva subito Norris, Gasly e Alonso) per la decima posizione, spegne ogni velleità ferrarista di guadagnare dei punti mondiali.

 

La rincorsa di Verstappen viene coronata al penultimo giro, col sorpasso decisivo portato sul Mistral  e perfezionato alla chicane, un colpo durissimo salutato dalla bandiera a scacchi, a sugellare un fine settimana  da urlo per l’olandese, che oltre a pole e trionfo, conquista anche il punto addizionale del giro più veloce, grazie all’1’36”404 fatto segnare al giro  35, in piena rimonta.

Un successo netto, senz’appello, frutto della sapienza del pilota, abilissimo a sfruttare le finestre che via via si aprivano (si pensi in effetti che sui 53 giri previsti, l’alfiere della Red Bull ne ha primeggiati solamente dieci) e del grande supporto del muretto, puntuale nel redigere la tattica vincente.

Sul podio, a fargli compagnia, salgono un deluso Hamilton e il coriaceo Perez, che porta altri punti importanti al mulino austriaco; e non è peregrino, vista la situazione consumi degli pneumatici, che se ci fossero stati altri due, tre giri, probabilmente la Red Bull avrebbe addirittura fatto doppietta, con Hamilton ormai eufemisticamente quasi sulle tele.

I punti iridati vanno anche a Bottas, Norris, Ricciardo, Gasly, Alonso e alle due Aston Martin (confermata la sosta unica) di Vettel e Stroll (partito 19°); malissimo le Ferrari, classificatesi mestamente in 11° posizione con Sainz (l’ultimo in classifica a pieni giri) e in 16° con Charles Leclerc.

Da segnalare inoltre, il fatto che non vi sia stato ritiro alcuno.

Per la Formula 1 in ogni caso non c’è il tempo di rifiatare, visto che si correrà anche domenica prossima, tra le colline della Stiria.

Lorenzo Proietti

Lorenzo Proietti su Barbadillo.it

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