Formula 1. Al Gp di Abu Dhabi, Verstappen e Red Bull si prendono l’ultima gara dell’anno

L’olandese domina l’ultimo appuntamento del 2020, lasciando alle Mercedes il resto del podio. 14° Vettel, all’ultimo mesto Gran Premio con la Ferrari.

Si respira il clima, invero neanche troppo, dell’ultimo giorno di scuola, tra saluti, addii e tante riflessioni: è in questo scenario che l’artificiale Isola di Yas accoglie la Formula 1, al diciassettesimo e ultimo appuntamento della stagione 2020, per il Gran Premio di Abu Dhabi.

Acque piuttosto agitate in casa Ferrari, non bastasse un malessere accusato da Mattina Binotto, che già presente sul circuito, lo costringe a rientrare a Maranello anzitempo, a fare scalpore sono infatti le annunciate dimissioni rassegnate il 10 dicembre da Louis Camilleri dalla carica di Amministratore Delegato della Ferrari, nonché da Presidente della Philip Morris, ufficialmente per motivi di salute: Camilleri, era stato nominato d’urgenza nel luglio 2018, dopo la dipartita di Sergio Marchionne;  ad interim, il suo ruolo è stato assunto da John Elkann, attuale presidente di Ferrari  S.p.A.

Non è questo certamente il modo migliore per salutare Sebastian Vettel, alla 118esima e ultima partecipazione iridata alla guida di una Ferrari (14 vittorie in sei stagioni, dal 2015 al 2020, che lo rendono il più vincente pilota tra quelli che hanno guidato per il “Cavallino Rampante” senza riuscire a conquistare un campionato sotto le sue insegne) e che si presenta con un bellissimo casco celebrativo, con la scritta “Grazie Ragazzi” che si trasforma per intersecarsi in una sorta di cruciverba con le parole “Ferrari”, ”Italia”, ”Maranello” e “Tifosi”, su fondo argentato e a specchio; gli fa il paio anche il compagno di squadra Leclerc, che fa scrivere un bel “Danke Seb” sulla calotta del proprio elmo, il giusto onore dopo un biennio di convivenza tanto difficile, quanto complesso da un punto di vista umano e relazionale.

C’è Lewis Hamilton, che torna dopo aver recuperato dal Covid e che può dunque riprendere possesso della propria Mercedes: questo significa che per Russell, dopo le sfortunate montagne russe della scorsa domenica, v’è il ritorno in Williams, sottolineato anche in questo caso con un casco particolare, tributando un commosso ringraziamento a Frank e Claire Williams, con la raffigurazione dei nove titoli costruttori ottenuti dalla scuderia di Grove.

Ai saluti anche  Kevin Magnussen, che dal 2021 correrà nell’IMSA americana con Chip Ganassi, dopo quattro annate intense alla Haas: al suo fianco, per la seconda volta di fila, c’è Pietro Fittipaldi, confermato in sostituzione dell’infortunato Grosjean.

 

Le prove libere

Il primo grande protagonista del venerdì è Fernando Alonso, che fa rombare la Renault R25 a motore V10 con la quale si era laureato Campione del mondo 2005, per dar vita ad una grintosissima esibizione che fa da apripista alle prove libere, primeggiate poi nelle FP1 da Verstappen (1’37”378), da Bottas nelle FP2 (1’36”276) e ancora da Verstappen nelle libere di sabato mattina (1’36”251).

 

Le qualifiche

La Mercedes domina le prime due manche con Hamilton, il Q1 in 1’35”528, il Q2 in 1’35”466 (giro realizzato sulla mescola media) ed è in testa fino al secondo e decisivo run del Q3 quando all’ultimo istante, dopo che per altro Bottas aveva già ottenuto la pole provvisoria abbassando di sessantuno millesimi il crono di Hamilton, Verstappen si prende di forza l’ultima pole position stagionale, in 1’35”246 e si mette alle spalle il finlandese della Mercedes di soli venticinque millesimi; molto bene anche Lando Norris quarto, appena davanti ad Alexander Albon.

Per la Red Bull è la prima pole stagionale, nonché la prima dell’anno per una vettura non motorizzata Mercedes, oltreché la prima pole non Mercedes ad Abu Dhabi dal 2013.

Non brillano affatto le Renault di Ocon e Ricciardo, soltanto 11° e 12°, poi avanzate di una posizione a seguito della penalità di Leclerc, che dovendo scontare tre posizioni sulla griglia per l’incidente con Verstappen a Sakhir, dopo aver fatto registrare il nono tempo cronometrato, scende così dodicesimo, precedendo Sebastian Vettel, tredicesimo all’ultima qualifica da ferrarista, mentre Perez viene arretrato diciannovesimo per aver sostituito il motore.

 

La gara

Prima del via, i piloti si radunano per fare la foto di rito con tutti i partecipanti alla stagione 2020 e immancabili sono gli scatti che le diverse squadre dedicano ai loro alfieri per ringraziarli del lavoro svolto: Sainz, Ricciardo, Vettel, tutti al centro degli obiettivi e delle reti sociali delle loro scuderie; inoltre, Fernando Alonso replica l’esibizione al volante della R25 (ripetuta anche dopo le qualifiche), preludio all’azione dei bolidi contemporanei, messi da parte i saluti e il tempo della memoria.

Allo spegnimento delle luci, Verstappen tiene bene la testa e tra le prime dieci posizioni, al termine della prima tornata, l’unico scambio è quello tra Ocon e Gasly, lesto però a riprendersi quanto perduto al via con un bell’attacco portato in fondo al lungo rettilineo; al sesto giro Albon rompe gli indugi su Norris, spalanca il DRS e si prende il quarto posto, difendendosi nell’allungo successivo, tanto quanto Ricciardo fa su Ocon.

La conformazione della pista, caratterizzata dai due rettilinei consecutivi inframmezzati da una chicane e da un ultimo tratto tortuoso e lentissimo, trasforma i pochi duelli di giornata in una fotocopia, dal momento che tutti avvengono tra i due allunghi e grazie all’ala mobile: all’ottavo giro Stroll va deciso su Kvyat per la settima posizione e il russo viene poi scavalcato anche da Gasly.

Al decimo giro il primo colpo di scena: un problema tecnico (motore) occorso a Perez lo costringe al ritiro e causa una neutralizzazione virtuale, poi divenuta una Safety Car vera e propria, per cui i primi ne approfittano per rientrare (i soli che non effettuano il cambio sono Ricciardo, Vettel, Leclerc, Giovinazzi e Magnussen).

Si ricomincia al quattordicesimo e Sainz si sbarazza subito di Leclerc, non fermatosi durante la neutralizzazione e che vedrà la prestazione della propria mescola decadere pesantemente; lo spagnolo replica anche nei confronti del suo quasi predecessore in Ferrari Vettel, per la settima posizione, mentre Leclerc, sempre più in difficoltà deve cedere anche a Stroll e a Gasly e Ocon, in attesa di un cambio gomme, che arriva solo al giro 22 e che lo fa sprofondare ultimo: rientrato in gara e saltati in serie Fittipaldi, Latifi, Magnussen e Russell, Leclerc si ferma però alle spalle di Kimi Raikkonen, nonostante il finlandese avesse cambiato gli pneumatici ben dodici giri prima; non va molto meglio a Vettel, che pitta al 35 per le medie ma che una volta tornato in pista e impiegato qualche giro di troppo per sopravanzare Russell, si plafona in quattordicesima posizione.

La lista delle fermate è completata da Ricciardo al 39 (per le medie) e fatto salvo l’affondo di Ocon all’ultimo giro su Stroll per la nona posizione, non succederà più nulla, visto che Verstappen consolida magistralmente la testa, allungando sulle Mercedes inseguitrici e Hamilton stronca sul nascere ogni velleità di riavvicinamento di Albon e così l’ultima bandiera a scacchi dell’anno saluta la decima vittoria in carriera di Verstappen (bissando il successo nel GP del 70° Anniversario), accompagnato sul podio da Bottas e Hamilton; completano la Top 10 Albon, Norris, Sainz, Ricciardo, Gasly, Ocon e Stroll, mentre le due Ferrari arrivano malinconicamente 13° (Leclerc) e 14° (Vettel).

A “sporcare”, anche se solo metaforicamente, il trionfo dell’olandese ci pensa lo stesso Ricciardo, che proprio al 55esimo e ultimo giro gli strappa il giro più veloce e il punto bonus, in 1’40”926.

 

Fatti, misfatti e commenti dall’ultimo GP

L’ultima fermata dell’autobus 2020 ci consegna una grandiosa vittoria di Verstappen, ottenuta alla Hamilton: gran ritmo sin dal venerdì, mastodontica pole al sabato, partenza decisa e poi via, a martellare con decisione lungo tutta la durata dell’appuntamento della domenica; vero è anche che, almeno secondo le parole del responsabile Mercedes Toto Wolff, i teutonici si erano presentati negli Emirati con dei motori mappati in maniera conservativa, per evitare qualsiasi rottura e tornano a casa, dopo i successi piloti e costruttori già messi in archivio, anche con la conferma di Bottas quale vice campione del mondo.

Nulla che comunque possa oscurare anche solo di un millesimo una prova di forza maiuscola dell’olandese, autore di una tre giorni senza il minimo errore, dando prova una volta di più delle sue qualità velocistiche e dando lustro ad una vettura, la Red Bull RB16, nell’occasione ottimamente condotta anche da Albon, protagonista di una solida parte centrale di gara e che nel finale sembrava quasi potesse rifarsi sotto a Hamilton: Lewis, alle prese con i postumi del Covid, ha tirato i remi in barca e messosi tranquillo ha condotto un fine settimana “sotto tono” rispetto ai suoi abituali standard, pur trovando il tempo di deliziare gli spettatori con delle gustose piroette a ruote fumanti; bene anche le McLaren, che grazie ai suoi alfieri ha ottenuto un brillante terzo posto nella Classifica dei costruttori.

Le Ferrari chiudono mestamente un annata tribolatissima, che le ha viste finire sesta tra i costruttori, per inciso, al peggior risultato dal 1980 e senza mai condurre in testa nemmeno un giro; la speranza non può che essere quella di un 2021 migliore.

Exit mobile version