Esteri. In Eritrea, viaggio tra orgoglio tricolore e italianità in riva al Mar Rosso

downloadNel 2011, in occasione del 150° Anniversario dell’Unità Italiana, il Liceo “Guglielmo Marconi” di Asmara ha partecipato ad un concorso indetto dal Ministero Affari Esteri e dedicato alle radici della cultura e della lingua italiane fuori dai confini.

 

 

Le studentesse del liceo asmarino producono un video di pochi minuti assolutamente scevro dal politically correct e dal buonismo che solitamente avvolgono gli argomenti legati all’Africa, proponendo al pubblico e alla giuria un concentrato di italianità, superbo omaggio alle radici nazionali di quell’angolo di Continente Nero.

 

 

Ma nulla può fermare la Storia né l’attaccamento ad un popolo lontano che, insieme ad alcune infrastrutture ancor oggi  perno dell’economia (uffici, esercizi commerciali, ponti, strade, ferrovie e materiale rotabile), ha “disegnato” sulla carta geografica l’Eritrea come nazione. Infatti, l’attuale repubblica conserva inalterati i confini tracciati dagli italiani.

Il Tenente Amedeo Guillet (Cummandar al Shaytan) e i suoi fedelissimi cavalieri indigeni del Gruppo Bande Amhara in una tavola di Alberto Parducci.

Certo, insieme al lavoro e alla speranza per un domani più roseo, ad Asmara e a Massaua mancano le libertà fondamentali; a non venire mai meno invece è l’auspicio che Roma non abbia dimenticato i suoi “nipoti” d’oltremare, che tutt’oggi vivono in città nelle quali si respira profonda e assoluta italianità. Asmara, la capitale, la cui architettura (patrimonio dell’UNESCO) ne fa una delle più belle città dell’Africa e dove, insieme alla lingua italiana, si tramando usi e costumi del Bel Paese, dalla pasta prodotta tanto da piccole aziende quanto dai privati, all’espresso e al cappuccino serviti nei caffé e nei ristoranti come ai tempi dell’Impero.

Sentirsi orgogliosamente italiani pur non essendolo: è questo ciò che più emoziona dell’Eritrea, un angolo di mondo che l’Italia pare aver dimenticato insieme ad un ampio capitolo del suo passato prossimo a causa della dimenticanza, di un’ignoranza ormai

Caffé italiano ad Asmara.

sempre più diffusa e di una cattiva interpretazione della storia, influenzata da una corrente di ricerca che, se ha fatto bene a ricordare gli errori e i crimini del colonialismo, non avrebbe fatto male a rammentare anche quel po’ (o più di un po’?) di buono che il nostro Popolo trasmetteva, e trasmette, ogni volta che mette piede fuori di casa.

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Marco Petrelli

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