InTreno. Da San Severo a Peschici, in viaggio sulla ferrovia del Gargano

Foto articolo GarganoUna linea ferroviaria attraversa lo Sperone d’Italia, il promontorio del Gargano, in Puglia: è la diramazione San Severo – Peschici, un’appendice della Ferrovia Adriatica. Venne inaugurata il 27 ottobre 1931, durante gli anni del fascismo, e oggi, nonostante abbia perso l’originaria funzionalità, conserva il suo grande pregio ambientale e storico.

 

Una via per il Gargano

Alla fine dell’Ottocento i comuni garganici pretesero una linea ferroviaria. La Ferrovia Adriatica (Bologna – Foggia) toccava marginalmente il Gargano: la stazione più vicina era quella di San Severo, ma mancava un collegamento diretto e veloce con l’entroterra. Le crisi finanziarie e lo scoppio della Prima Guerra Mondiale ritardarono per anni l’apertura dei cantieri. Nel 1930 venne posata la prima pietra dei lavori e in un solo anno si realizzò una ferrovia di lunga settantotto chilometri. La nuova diramazione, che si allacciava alla rete ferroviaria nazionale a San Severo, consentì ai paesi dell’area del Gargano di uscire da un soffocante isolamento territoriale.

 

Partenza da San Severo

Si parte da San Severo, fondata secondo le leggende locali dall’eroe greco Diomede, verso Peschici e la costa settentrionale del promontorio pugliese. Nell’Alto Medioevo, nonostante le continue incursioni saracene, il borgo sopravvisse agli invasori e prosperò. Era inoltre un luogo di passaggio obbligatorio per quanti seguivano l’antica Via Francigena diretti al santuario di San Michele, a Cagnano Varano, o in Terra Santa, imbarcandosi a Bari. Nell’anno mille, San Severo si trasformò in un polo commerciale e culturale cosmopolita, dove convergevano i mercanti veneti, fiorentini, arabi o ebrei, come accadeva nei principali porti della Puglia.

 

La città di Federico II

La ghibellina Apricena è la stazione successiva a San Severo. Rimase fedele all’imperatore Federico II di Svevia anche nella sconfitta, subendo la vendetta angioina e guelfa dopo le disfatte degli Svevi a Benevento (1266) e a Tagliacozzo (1268). Federico II era un sovrano sui generis, un fine letterato e un abile politico, capace di sfidare (e vincere) i tabù della sua epoca. Guardava all’Occidente e anche all’Oriente, rinnegando in toto lo scontro di civiltà e attirandosi di conseguenza le ire dei papi. Venne chiamato lo Stupor Mundi, la meraviglia del mondo, perché la sua personalità si imponeva prepotentemente nella cultura e nella politica di quei fatidici decenni. L’imperatore svevo soggiornò per anni ad Apricena e, accolto con grande acclamazione dalle folle, ricambiò sempre la loro fedeltà: pose la città sotto la sua tutela e la emancipò dagli antichi vincoli feudali. Questa benevolenza terminò con gli Angioini.

Il treno riprende la sua corsa e si dirige con ostinazione vero Cagnano Varano e l’entroterra del Gargano. Le meraviglie della Puglia montana non sono terminate e, dopo aver lasciato San Severo e Apricena, un immenso paesaggio si svela al passeggero dal suo finestrino.

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Alfredo Incollingo

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