InTreno. Verso Avezzano, nelle valli e tra i borghi appenninici

 

La Ferrovia del Liri si inoltra nella Valle Roveto, dopo la stazione di Sora e le altre fermate del comune. Il paese di Balsorano è a confine tra l’Abruzzo e il Lazio e Avezzano, il capolinea della ferrovia, è sempre più vicina.

 

 

A Vallis Soranae

L’antico nome di Balsorano era Vallis soranae per la sua vicinanza a Sora. Il moderno centro abitato è dominato dall’imponente castello della famiglia Piccolomini, che qui si stabilirono dal XV secolo fino all’eversione della feudalità nel 1806. Dopo l’Unità d’Italia, nel 1860, alcuni battaglioni di soldati piemontesi occuparono Balsorano per meglio sorvegliare la valle e per reprimere duramente il brigantaggio e le rivolte contadini. La popolazione locale fu sempre insofferente alle prepotenze dei baroni e delle nuove autorità. Nel 1910, infatti, gli abitanti dell’antico borgo imbracciarono le armi per ottenere dal governo locale maggiore giustizia ed equità. Queste speranze furono sconvolte dal tragico terremoto di Avezzano del 1915, che interessò anche quest’area. I danni furono ingenti, come le vittime, e Balsorano venne ricostruita più a valle, lontano dall’antico sito.

Il tragico incidente aereo del volo Itavia 703 sconvolse  la quiete di Balsorano il 30 marzo 1963: durante un temporale il pilota perse l’orientamento e il veicolo cadde a suolo. Non ci furono sopravvissuti.

 

Per gli antichi borghi

Il treno regionale riprende la marcia. Gli antichi borghi rovetani, che costellano la valle, sembrano susseguirsi freneticamente e la maggior parte furono ricostruiti dopo il terremoto del 1915, uno dei più duri dell’Italia centrale. Si sosta brevemente a San Vincenzo Roveto, a Civita d’Antino e a Morino. Di Civita Roveto era originario il fondatore dell’Ente Nazionale Idrocarburi (ENI), Enrico Mattei, che rimase sempre legato ai suoi luoghi natii. E’ stata una delle personalità più discusse della seconda metà del Novecento per via della sua politica energetica e economica spregiudicata e volta a garantire all’Italia l’autosufficienza petrolifera. Il nostro Paese avrebbe così ottenuto maggiore autonomia decisionale negli affari interni ed esteri, mettendo da parte l’eccessiva sudditanza alle Sette Sorelle, le principali industrie di idrocarburi al mondo. Queste aspirazioni tali rimasero, quando il 27 ottobre 1962 il suo aereo personale precipitò misteriosamente nelle campagne nei pressi di Pavia.

I piccoli borghi della Valle Roveto sono testimonianze in pietra di una storia ricca e suggestiva. Si impiega molto tempo per visitare tutti i castelli e il treno, magicamente, ci permette di ammirarli immersi nel verde circostante in poco tempo.

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Alfredo Incollingo

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